ATTIMI DI TENSIONE

Milano, scontri in piazza tra CasaPound e centri sociali

Le tensioni sono iniziate all'interno di Palazzo Marino, dove i militanti di estrema destra avevano distribuito volantini, e sono degenerate in strada con i rappresentanti di "Nessuno è illegale"

29 Giu 2017 - 20:03
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Scontri in piazza a Milano tra esponenti di CasaPound e giovani dei centri sociali. Le tensioni, cominciate all'interno di Palazzo Marino dove i militanti di estrema destra avevano distribuito volantini, sono degenerate in strada con i rappresentanti di "Nessuno è illegale". Per sedare i tafferugli è intervenuta la polizia in tenuta antisommossa: gli agenti hanno dovuto far uso dei manganelli per dividere le due fazioni.

Le tensioni sono nate all'interno di Palazzo Marino, quando una delegazione dei centri sociali che stava svolgendo il presidio "Nessuno è illegale" è entrata per consegnare una petizione al consiglio comunale, e ha incrociato il Gruppo di CasaPound impegnato in un blitz con la distribuzione di volantini per chiedere le dimissioni del sindaco Giuseppe Sala. Ne è nato un parapiglia, con insulti e spintoni, poi proseguito all'esterno. Le forze dell'ordine hanno quindi formato un cordone tra i due gruppi.

Centri sociali: "La nostra era una mobilitazione pacifica". "La nostra era una mobilitazione pacifica, con famiglie e bambini, sul tema della residenza per i migranti", spiega una portavoce del centro sociale Cantiere, che denuncia le provocazioni da parte dei militanti di estrema destra.

CasaPound: "Aggrediti dai centri sociali" - Angelo De Rosa, portavoce di CasaPound, ha spiegato così la vicenda: "Il nostro blitz dimostra che questa amministrazione non abbia assolutamente intenzione di affrontare quella che è una vera e propria crisi politica: l'unica azione intrapresa è stata quella di chiedere lo sgombero dell'aula consiliare, per evitare ulteriori contestazioni. Come se non bastasse - ha proseguito - a dar man forte alla giunta sono intervenuti anche alcuni esponenti dei centri sociali che hanno cercato di aggredire fisicamente i nostri militanti, senza successo".

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