La prima sentenza in Italia ai danni di un produttore di tabacco
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La British American Tobacco dovrà risarcire con un milione di euro la famiglia di un impiegato, stroncato all'età di 54 anni da un tumore ai polmoni a causa del troppo fumo. E' la prima sentenza in Italia ai danni di un produttore di tabacco. Secondo il giudice civile di Milano, Stefania Illarietti, "non può dubitarsi il nesso causale tra l'attività di assunzione di tabacco - in media un pacchetto e mezzo al giorno - e l'evento morte".
L'uomo, che fumava da quando aveva 15 anni circa 30 sigarette al giorno, è morto nel novembre 2004 dopo che gli era stato diagnosticato un "carcinoma primitivamente polmonare" causato dal fumo. Nel maxi-risarcimento sono compresi gli interessi, le spese legali e finanche il costo del funerale, ai familiari dell'uomo.
Il provvedimento storico, di cui nei giorni scorsi sono state pubblicate le conclusioni e che è già esecutivo, si fonda su una sentenza con cui la Cassazione aveva inquadrato "l'attività di commercializzazione e produzione" di sigarette, "pericolosa", su una consulenza tecnica disposta dal Tribunale e anche sul fatto che prima del 1991, quando è diventato obbligatorio per legge, sui pacchetti di sigarette non compariva ancora l'avvertenza dei danni provocati dal fumo e del "rischio cancerogeno". In questo caso, "i 26-27 anni" di fumo "prima dell'entrata in vigore della norma sono molto più rilevanti dei 13-14 anni del periodo successivo" e, quindi, "che il ruolo dei primi 26-27 anni di esposizione è circa 20 volte più rilevante rispetto a quello dei successivi 13-14 anni".