Il figlio dell'ex premier socialista, deceduto nel 2000, commenta così la carriera dell'ex capo del pool Mani Pulite
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"Guidò un sovvertimento istituzionale da parte di un corpo dello Stato nei confronti di un altro. Non è una mia opinione personale, i giuristi lo chiamano colpo di Stato". E' il commento di Bobo Craxi, figlio di Bettino, l'ex premier socialista, sulla morte di Francesco Saverio Borrelli. "Parce sepulto" (perdono al defunto) è invece la prima espressione di Paolo Pillitteri, sindaco socialista di Milano condannato nell'inchiesta Mani Pulite.
"E' un commento che dice molto - ha aggiunto - e non è liquidatorio né riassuntivo. E' un pensiero di rispetto per i morti". Secondo Pillitteri bisogna distinguere fra "il Borrelli prima e dopo" cioè fra prima di Mani pulite e quello dell'inchiesta "che lui ha guidato", ma anche con il "Borrelli di qualche anno fa, che ha mostrato una forma di pentimento, di riflessione. Non mi sembrava entusiasta di quanto è successo dopo. Si sarà chiesto se ne è valsa la pena e forse si sarà detto no".
"Io avevo un buon rapporto con lui - ha concluso l'ex primo cittadino di Milano -, istituzionale con rispetto reciproco, dato che ero sindaco. E un aspetto del Borrelli giudice era un certo distacco, pur restando attento, a differenza dei suoi magistrati e questo è qualcosa che lo fa ricordare in maniera professionale".
Per spiegare le proprie parole sul colpo di Stato, Craxi ha aggiunto che i magistrati di Mani Pulite "svolsero un'azione politica che loro stessi consideravano rivoluzionaria e i presupposti rivoluzionari non hanno il problema di dover applicare i manuali".
Anche Stefania Craxi, parlamentare sorella di Bobo e figlia di Bettino, ha commentato il decesso dell'ex magistrato: "Con Borrelli viene a mancare uno dei principali protagonisti di un'infausta stagione della nostra vita repubblicana rimasta ancora per tanta parte piena di punti oscuri".
"A dispetto di molte comparse del tempo, compresi taluni suoi compagni magistrati assurti ad eroi e gettatasi nell'agone politico ed alla ricerca di incarichi pubblici - ha continuato - Borrelli scelse con coerenza di vestire solo e sempre la toga e nei recenti anni, se pur sempre con reticenza ed omissioni, ebbe ad avanzare alcune riflessioni amare sugli effetti prodotti dalle inchieste di 'Mani pulite'. Il tempo, come sempre, pronuncerà parole di verità. Ma la sua dipartita porta con sé molti segreti e molti 'detto non detto' che, nonostante il lavoro della storia, resteranno probabilmente celati"
Riferendosi poi al padre Bettino Craxi, ha concluso: "Con lui, Borrelli si comportò male. A don Verzé (il fondatore dell'ospedale San Raffaele, ndr), che scrisse a Borrelli di consentire a mio padre, come era giusto, di potersi curare in modo libero nel suo Paese, il procuratore rispose con una lettera dai toni burocratici, negandogli di fatto questa possibilità. Peccato".