I parenti delle vittime: "Gli operai sono stati uccisi due volte"
Sono stati tutti assolti con formula piena i nove ex manager di Pirelli accusati di omicidio colposo e lesioni gravissime per i 28 casi di operai morti o ammalatisi a causa dell'amianto, dopo aver lavorato negli stabilimenti milanesi dell'azienda tra gli anni '70 e '80. Lo ha deciso la quinta sezione penale del Tribunale di Milano. "Gli operai sono stati uccisi due volte, dai padroni e dai giudici", hanno protestato i parenti delle vittime.
Si tratta del secondo filone dell'inchiesta, mentre una prima tranche su altri casi di decessi si era conclusa con le condanne in primo grado e poi le assoluzioni di tutti gli imputati in appello, il 24 novembre. Nei mesi scorsi, il magistrato aveva deciso di riaprire il processo disponendo la perizia per accertare chi avesse avuto davvero ruoli di responsabilità nei due rami di azienda presso i quali hanno lavorato gli operai. Perizia che avrebbe poi accertato che è stata riscontrata "la presenza degli attuali imputati nelle governance delle società" che hanno gestito gli stabilimenti e risultano "elementi insufficienti" sul "controllo" del "rischio amianto e messa in sicurezza delle sostanze nocive".
Il pm Maurizio Ascione aveva chiesto condanne a pene comprese tra i 4 anni e mezzo e i 9 anni di reclusione per sei ex dirigenti Pirelli e l'assoluzione per altri tre imputati.