"Chi partecipa al Book Club non lo fa per soldi, ma aderisce allo spirito di condivisione di bellezza, cultura, emozioni e ciò migliora il clima di lavoro", afferma l'imprenditore della Vanoncini di Mapello
Un ad con il pallino della lettura, ereditato fin da piccolo dalla mamma. E l'idea, maturata durante la chiusura dell'azienda nel lockdown del marzo 2020, di condividere "bellezza, cultura, esperienza, emozioni, se ne sentiva il bisogno". Così da alcuni mesi, Danilo Dadda, geometra e amministratore delegato dell'impresa edile Vanoncini di Mapello (Bergamo), paga i suoi dipendenti per leggere. "Una volta a settimana - spiega a Tgcom24 - c'è la presentazione del libro letto, fissata prima di una riunione commerciale o tecnica. Per un'ora si condividono emozioni e ci si conosce meglio: così si migliora il clima di lavoro, la squadra si fa più coesa, è qualcosa che va oltre ogni aspettativa". C'è un tariffario (100 euro per il libro in italiano, 300 in lingua straniera), "ma non percepisco l'interesse per i soldi", assicura Dadda.
Pagare i dipendenti per leggere: come nasce questa iniziativa?
"Sono da sempre un gran lettore e nelle riunioni con i miei collaboratori mi capitava spesso di parlare del libro sul comodino. Ciò mi faceva capire che c'era un desiderio di condivisione, ma siamo sempre tutti presi dal poco tempo o dalla pigrizia. Il primo lockdown del marzo 2020, con l'azienda chiusa per 40 giorni, ha dato invece a tutti più tempo e, soprattutto, ci ha fatto scoprire il valore della partecipazione e dello stare insieme. Così è maturata la mia idea che è stata ribattezzata da chi l'ha abbracciata 'Book Club'".
Cosa porta il Book Club in ambito professionale?
"La mia idea è piaciuta inizialmente perché abbatteva lo stereotipo che i lavoratori dell'edilizia non leggono. Tra 85 dipendenti, dal dirigente al muratore, in tanti aderiscono, senz'obbligo. C'è chi subito si è buttato a pesce sull'iniziativa perché è un lettore seriale, qualcuno invece mi ha confidato che grazie a me si è riavvicinato alla lettura".
La lettura personale diventa condivisione sul luogo di lavoro in orario di lavoro. Come?
"Abbiamo un calendario di riunioni commerciali e tecniche fino a dicembre. Si inizia con qualcuno di noi che presenta il libro letto. Arrivo proprio adesso dall'ultima presentazione. L'ha tenuta Maria Antonietta dell'Ufficio Acquisti che ci ha parlato per un'ora de 'Il milionario: Chi fa ciò che ama è come un re', di Mark Fisher. E ci ha emozionato tutti. Non si tratta di una critica letteraria, ma, nell'esposizione del libro letto, ognuno racconta come lo ha vissuto, come lo ha assimilato, cogliendo determinati particolari. E così si invogliano gli altri alla lettura".
Così si trasmette dunque la spinta a leggere, al di là dell'incentivo?
"Non credo che i soldi siano un fattore determinante. E' lo spirito dell'iniziativa che è coinvolgente".
Con quali risultati?
"Ci si conosce meglio presentando il libro letto. Mi piace che la squadra diventi più coesa: vengono trasferite emozioni fortissime che rendono davvero il gruppo granitico. La mia idea non era partita con questo obiettivo, ma si sta rivelando tale. Ed è un successo, a mio avviso. Pensi che facendo in questo modo anche Public Speaking, tanti hanno abbandonato il terrore di parlare in pubblico. Competenza importante nel lavoro".
Qual è l'ultimo libro che ha presentato?
"'Partire dal perché' di Simon Sinek, un saggio interessante in ambito professionale, ma alterno romanzi a manualistica. Il primo libro che ho presentato? 'Intelligenza emotiva' di Daniel Goleman".
Come prosegue il Book Club?
"C'è la coda ora, dobbiamo aumentare gli appuntamenti, che ora sono settimanali. Non bastano per dare spazio a tutti, da qui a dicembre".