A "Mattino Cinque News" il legale della famiglia: "Se dovesse essere iniziato il travaglio ci sarebbe una mutazione del capo di imputazione"
Mentre è in corso l'autopsia sul corpo di Giulia Tramontano, la 29enne incinta di 7 mesi uccisa il 27 maggio scorso, le analisi tramite luminol hanno rilevato ingenti tracce di sangue nell'appartamento di Senago che la donna condivideva col fidanzato Alessandro Impagnatiello reo confesso dell'omicidio. Ai microfoni di "Mattino Cinque News" il legale della famiglia di Giulia, Giovanni Cacciapuoti dice: "Se durante l'azione omicida dovesse essere appurato l'inizio del travaglio e ci fosse quindi stato anche per un solo istante una vita autonoma da considerarsi ci sarebbe una mutazione del capo di imputazione", commenta l'avvocato che però invita alla cautela in attesa del riscontro dell'autopsia in corso all'istituto di medicina legale di Milano. Secondo il legale della famiglia i funerali di Giulia Tramontano e del piccolo Thiago si terranno, con ogni probabilità, "mercoledì prossimo".
Le tracce di sangue rilevate col luminol - I carabinieri del Ris avevano pensato in un primo momento a un "falso positivo", un errore tecnico della strumentazione che non poteva rilevare una così elevata quantità di elementi ematici. Oltre che sulle scale tracce di sangue sono state ritrovate anche sul carrellino che secondo gli inquirenti Impagnatiello avrebbe acquistato dopo l'omicidio e che avvalorerebbe l'ipotesi della premeditazione.
Con attenuanti rischia di uscire in dieci anni - Secondo il pm Sebastiano Ardita "Se Impagniatello sarà condannato e avrà attenuanti per la confessione o il beneficio per il percorso della giustizia riparativa fra liberazione anticipata e misure alternative o libertà condizionale, potrebbe uscire dal carcere dopo una decina di anni, come è già accaduto ad altri", ha detto in una intervista al Fatto Quotidiano il procuratore aggiunto a Catania.