Hind Lafram, la prima stilista italiana di moda per donne musulmane
© ufficio-stampa
© ufficio-stampa
Il caso a "Zona Bianca" dopo la decisione di annullare la festa a Limbiate (Monza e Brianza)
Si sarebbe dovuto svolgere a Limbiate (Monza e Brianza) il pool party per sole donne musulmane. Una festa privata senza uomini per la quale era stato escluso anche lo staff maschile della struttura. L'iniziativa, programmata per l'8 luglio, ha scatenato moltissime polemiche al punto che i gestori dell'acquapark si sono tirati indietro e hanno annullato l'evento. Tanta la delusione delle ragazze che avrebbero partecipato al pool party e che, ai microfoni di "Zona Bianca", hanno spiegato l'importanza di quella festa: "Tutte volevamo partecipare, per stare tranquille e non avere addosso lo sguardo degli uomini".
Per andare al mare o in piscina le donne musulmane generalmente indossano il burkini, una tunica che copre tutto il corpo in modo da non attirare l'attenzione degli uomini. Il pool party, quindi, era un'occasione per non indossare il burkini e divertirsi senza nessuno sguardo indiscreto.
Le polemiche - La prima a scagliarsi contro la festa in piscina è stata una donna, l'eurodeputata Isabella Tovaglieri (Lega) che aveva definito l'evento come una "festa all'insegna della segregazione, nella quale mancheranno anche alcune misure di sicurezza, con le telecamere di sorveglianza che verranno spente per permettere alle ospiti di trascorrere una giornata di sole libere dagli sguardi indiscreti". "Non possiamo più accettare l'alibi della discriminazione e dell'integrazione difficile, quando sono gli stessi immigrati musulmani a volersi isolare dalla società in cui hanno scelto di vivere, perpetuando usi e costumi incompatibili con i nostri, che stridono con le conquiste e con i diritti faticosamente raggiunti dalle donne in Occidente", aveva considerato.
I gestori dell'acquapark - A seguito delle polemiche i titolari della struttura hanno deciso di annullare l'evento e hanno preso le distanze da alcune delle restrizioni previste per l'organizzazione della giornata in piscina. Sulla locandina dell'evento, infatti, era stato scritto che sarebbe stato vietato fare foto e video e che non ci sarebbero state telecamere di videosorveglianza. Aspetti, questi, che hanno provocato reazioni e hanno portato i gestori della piscina ad annullare tutto. "Non immaginavamo assolutamente tutte queste restrizioni che non sono in accordo con i nostri ideali, siamo persone che in primis tengono alla tutela e all'emancipazione delle donne. Avessimo saputo prima alcuni dettagli avremmo rifiutato subito la proposta in questione", hanno concluso.
© ufficio-stampa
© ufficio-stampa