"pirla", "bambino di m..." e "sporco"

Pavia, scoprì insulti al figlio nella chat delle colleghe a scuola: indagata per accesso abusivo a sistema informatico

La madre, maestra in un istituto elementare, aveva letto da un pc pesanti epiteti contro il bambino, scritti da tre docenti. Ora una di loro l'ha denunciata per violazione della corrispondenza

04 Lug 2022 - 20:18
 © Ansa

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Aveva letto, da un computer della scuola, una chat rimasta aperta in cui tre colleghe maestre deridevano in modo pesante suo figlio. Gli insulti sono stati poi oggetto di una denuncia, che ha portato alla sospensione in via cautelare delle docenti. Ma la contromossa legale di una di loro ha portato la madre-maestra a essere a sua volta indagata per accesso abusivo a sistema informatico e violazione della corrispondenza.

Il contenuto delle chat - Come riporta Il Giorno, la madre - insegnante in una scuola elementare di Pavia - è stata denunciata da una delle colleghe sospese perché, a suo parere, nel guardare la chat incriminata si sarebbe abusivamente introdotta nella conversazione telematica, violando la corrispondenza che era privata. All'interno dello scambio di messaggi il figlio veniva definito "pirla", "bambino di m..." e "sporco". Non solo: stando al racconto della donna, dalla chat sarebbero anche emerse punizioni e costrizioni contro il bimbo, come restare fuori dalla classe. Tra le foto condivise su WhatsApp è comparsa anche una con lui seduto al banco dopo aver ricevuto un castigo, con lo sguardo basso e le braccia incrociate.

Verso l'archiviazione - Come riporta Ansa, della contro-denuncia si sta occupando la procura di Milano, che è competente per i reati informatici in tutto il distretto del capoluogo lombardo. Ma l'archiviazione sembra essere più di un'ipotesi: il computer della scuola era infatti aperto, così come la chat che ha scatenato la vicenda. Tra gli elementi che sembrano far propendere a un esito in favore della madre-maestra c'è anche il fatto che il pc incriminato è appartenente a una scuola e non a un privato, ed era collocato in un luogo in cui l'accesso al personale era consentito.

Le accuse alle tre colleghe - In Questura risulta ancora aperto un fascicolo con le ipotesi di maltrattamenti e abuso di mezzi di correzione. Alla scoperta della chat, la donna aveva anche denunciato quanto letto all'Ufficio scolastico regionale e provinciale, alla dirigente dell'Istituto, al difensore civico regionale e alla diocesi di Pavia. Il bambino, aveva spiegato, potrebbe essere stato vittima di una ritorsione a causa di alcuni screzi sorti tra lei e le altre insegnanti nello scorso anno.

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