Era già indagato per la sottrazione di fondi da una Onlus creata per sostenere lo sforzo degli ospedali nella lotta contro il Covid
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Sui social si presentava come "Federica", e con quel nome avrebbe intessuto una fitta rete di contatti con diverse persone, alcune minorenni. Ma dietro quel profilo c'era in realtà un professionista 55enne di Crema, Renato Crotti, che ora è stato arrestato su ordine della Procura di Brescia con l'accusa di prostituzione minorile e possesso di materiale pedopornografico.
A marzo dello scorso anno Crotti aveva creato una Onlus per raccogliere fondi a sostegno di ospedali ed enti impegnati nella lotta contro il coronavirus, ma secondo la Procura di Cremona, che l'ha iscritto nel registro degli indagati per associazione a delinquere, avrebbe sottratto 250mila euro dalle casse dell'associazione. Proprio nel corso delle indagini su questo episodio, gli investigatori hanno sottoposto ad analisi approfondite i dispositivi informatici sequestrati al 55enne.
Dalle analisi è emersa una fitta rete di contatti con diverse persone, alcune delle quali minorenni, con le quali, oltre allo scambio di materiale pornografico, sarebbero stati consumati anche atti sessuali. In particolare, secondo la stampa locale, una delle persone coinvolte nell'inchiesta sulla sottrazione di fondi alla Onlus (le sarebbero stati affidati lavori pagati con il denaro dell'associazione) avrebbe raccontato agli inquirenti di aver avuto con il professionista un rapporto non esclusivamente lavorativo, ma di aver avuto rapporti sessuali con Crotti quando era ancora minorenne.
Un racconto che gli inquirenti hanno ritenuto fondato soprattutto dopo l'analisi di computer e smartphone sequestrati. Tanto che per i magistrati, secondo quanto riferisce la Provincia di Cremona, l'arresto è l'unica misura in grado di "contenere la spinta criminale (di Crotti) , estremamente elevata , se si considera la durata nel tempo delle condotte criminose poste in essere e l’assoluta assenza di autocontrollo". Infatti, la "ricerca di minori da utilizzare per il soddisfacimento delle proprie pulsioni sessuali ha avuto luogo in ogni occasione utile, senza sosta e senza alcun tipo di limitazione, addirittura con il tentativo dell’indagato di ingaggiare altri soggetti che facessero da intermediari per l’adescamento di altri minori, a cui corrispondeva una vera e propria provvigione per l’attività di mediazione".
Crotti, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto anche un tariffario per la compravendita di materiale pedopornografico: una semplice foto di un minore nudo, ad esempio, era quotata tra i 5 e i 7 euro, ma la cifra poteva salire in caso di richieste più pruriginose: 50, 70 o 150 euro a seconda del tipo di materiale.