La modella marocchina di 34 anni è deceduta il primo marzo a causa, come risulta dagli esami tossicologici, di un mix di sostanze radioattive. Berlusconi: "Mai conosciuta"
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Solo dieci giorni prima di morire Imane Fadil, una delle testimoni chiave del processo sul caso Ruby, aveva rivelato ai medici dell'Humanitas, dove era ricoverata in gravi condizioni, di temere di essere stata avvelenata. E' quel che emerge dalle cartelle cliniche che la Procura ha sequestrato il primo marzo, giorno in cui la modella marocchina di 34 anni è morta a causa, come risulta dagli esami tossicologici, di un mix di sostanze radioattive. Inoltre, secondo chi la frequentava, era "molto sospettosa", in particolare nell'ultimo anno.
La donna temeva anche di essere "controllata" e andava ripetendo che aveva ancora "molte cose da dire" sul caso con al centro le serate ad Arcore. Diversi testimoni sono stati sentiti dai pm in questi giorni.
Ricoverata per una gravissima disfunzione del midollo osseo - Dal 29 gennaio la 34enne era ricoverata all'Humanitas di Rozzano (prima in Terapia intensiva e poi in Rianimazione) per una gravissima disfunzione del midollo osseo che aveva smesso di produrre globuli bianchi, rossi e piastrine. E' stata vigile fino all'ultimo, nonostante i forti dolori e il "cedimento progressivo degli organi". I medici nel cercare le cause di questa grave aplasia midollare avevano anche pensato ad un tumore, poi escluso.
Indagini sulla presenza di metalli nel sangue - Le indagini della Procura di Milano si stanno concentrando sulla presenza di alcuni metalli nei campioni di sangue prelevati alla 34enne. Per stabilire le cause della morte bisognerà attendere gli esiti dell'autopsia in programma per mercoledì o giovedì. Comunque, i sintomi, come l'assenza di globuli bianchi che ha richiesto molte trasfusioni e il fegato compromesso, per i pm sono "compatibili con un avvelenamento".
Berlusconi: "Mai conosciuto Imane Fadil" "Spiace sempre quando muore qualcuno di giovane. Non ho mai conosciuto questa persona e non le ho mai parlato": così Silvio Berlusconi ha risposto a Melfi (Potenza) a chi gli chiedeva un commento sulla morte di Imane Fadil, teste nel processo Ruby. "Quello che ho letto delle sue dichiarazioni mi ha fatto sempre pensare che fossero tutte cose inventate e assurde" ha dichiarato il leader di Forza Italia.
Il Centro Antiveleni dell'Irccs Maugeri di Pavia: "Non registrata radioattività" Il Centro Antiveleni dell'Irccs Maugeri di Pavia, che si è occupato del caso di Imane Fadil, morta il primo marzo all'Humanitas dopo un mese di agonia, "non ha identificato radionuclidi e non ha effettuato misure di radioattività". La consulenza tossicologia richiesta dalla clinica dove era ricoverata Fadil, poi, riguardava "il dosaggio dei metalli". Lo ha precisato Carlo Locatelli, il direttore del Centro Antiveleni dell'Istituto Scientifico.