Samuele Fraquelli, una vecchia depressione e una nuova fede lo hanno risucchiato
© tgcom24
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Il piastrellista di Bellano è sparito otto mesi fa sulle montagne del Lecchese
L'amore per la moglie e le due figlie, la passione per la montagna, una religiosità sempre più forte. Il puzzle della scomparsa di Samuele Fraquelli, 42 anni, si compone di queste tre tessere. Il piastrellista di Bellano è scomparso il 14 dicembre 2013 nella zona di Sparese, sulle montagne tra Vestreno, Dorio e Colico. Addosso un piumino blu con la scritta "Colombo" (la ditta per cui lavorava), un pile blu, jeans scuri, un paio di scarponi da lavoro, un cappello di lana blu, una piccola protuberanza sulla parte destra della fronte, un neo sotto un occhio.
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È la moglie Michela a ricostruire ai microfoni di Tgcom24 la dinamica della scomparsa: "Doveva fare un lavoro il sabato mattina, poteva anche evitare, ma aveva insistito per andare. È uscito alle 6.30, si è fermato a fare colazione al bar, poi ha preso la macchina, una Citroen Berlingo bianca, per raggiungere il cantiere, a circa 35 chilometri, ma lì non è mai arrivato. Quando sono tornata a casa verso le 16 non l'ho trovato. Non era tornato per il pranzo. Il suo telefono suonava ma a vuoto. Poi alle 17 ho capito che il cellulare era in casa. Ho iniziato a preoccuparmi. Magari era andato a prendere i regali di Natale. Ho chiamato il datore di lavoro in serata e fatto la denuncia alla questura di Lecco. Mi hanno consigliato di pensare a un posto dove poteva essere. Mio suocero ha raggiunto la nostra baita in montagna, a Dorio, ma non ha visto la macchina subito, visto che non era non sulla strada. Abbiamo fatto ricerche private con dei gruppi di soccorso amatoriali. Poi sono iniziate pure le indagini dei carabinieri. Già alle 11 di sera il bosco veniva battuto in lungo e in largo nella zona di Monte Legnone, nella Val Marrone. Il giorno successivo alla scomparsa sono arrivati gli elicotteri e i cani molecari. Per tre giorni la zona è stata setacciata in lungo e in largo, in modo molto approfondito".
Samuele è stato risucchiato nel nulla. Di lui a oggi non è stata registrata alcuna traccia. Racconta la moglie: "Sono arrivate due o tre segnalazioni ai carabinieri, ma si sono rivelate infondate. Alla fine il caso di Samuele è stato registrato come allontanamento volontario. Per quello che mi riguarda tutte le porte sono aperte. Ogni tanto cerchiamo di fare altre ricerche, ma non abbiamo idea di quello che potrebbe essergli successo. Tre anni prima aveva avuto una depressione che era stata curata. Forse aveva avuto una ricaduta che però mascherava. Di sicuro non aveva debiti o problemi di soldi. Lavorava tanto ma non si lamentava. Andava nei cantieri, rincasava, portava fuori il cane. Ogni tanto andavamo in montagna. Negli ultimi anni conduceva una vita molto normale e ordinata".
Un padre modello, senza vizi, problemi o passatempi particolari. Racconta ancora Michela: "L'unica stranezza, se così si può dire, è che dopo la nascita della nostra prima figlia, nel 2004, era diventato molto credente e praticante. Diceva: 'Adesso dobbiamo pregare di più per crescere in maniera cristiana la nostra bambina'. Ma era una sua scelta isolata, io non mi sentivo di fare quello che faceva lui. A volte arrivava a casa di corsa quando sentiva suonare le campane per andare a messa, tutti i sabati si confessava, guardata tutti i programmi religiosi, in auto ascoltava solo Radio Maria. Per me era troppo religioso. Mi dava fastidio. Capivo che quello era un problema e glielo facevo presente ma lui non ha mai preso in considerazione le mie critiche".
Cos'è successo allora sulle montagne del Lecchese? Davanti a una fede così radicata e ostentata l'ipotesi del suicidio sembra affievolirsi: "Non abbiamo escluso questa ipotesi. Anche una persona molto religiosa e depressa può suicidarsi. Tuttavia non penso che Samuele abbia fatto un gesto estremo di sua volontà. Se è successo qualcosa è stato un incidente".
Perché pensa che gli avvistamenti non siano attendibili? "Ho ricevuto una segnalazione da un ipermercato. Un ragazzo marocchino che guidava i pullman era convinto di averlo visto nella zona industriale di Bologna, al bar, mentre mangiava una brioche. Poi non ho saputo nulla. Un'altra segnalazione arrivava dalla stazione di Genova dove lo scambiavano per un predicatore. Ho trovato un video di Youtube di questo guru ma non è lui, non gli assomiglia completamente. Poi un altro caso in provincia di Como: anche lì i carabinieri hanno verificato e era tutto falso".
La possibilità di ritrovare Samuele si è fatta per qualche giorno concreta quando una sensitiva ha indicato un posto dove cercarlo. "Tutto inutile, le ricerche sono ferme. Non ho contatti diretti con questa persona che sente i miei suoceri".
L'unica cosa al momento certa è che la vita di Michela è stata sconvolta: "Ho dovuto cominciarare a lavorare, così sto pochissimo con le bambine che restano con i nonni. Prima mi chiedevano di cercare il papà, ora non lo fanno più. Un mese fa la più piccola, sei anni, si è lasciata scappare un 'mi manca papà'. Io rispondo che non l'abbiamo ancora trovato ma che è da qualche parte. Non so cos'altro dire: almeno lascio loro la speranza. Non so che speranza sia ma è l'unica cosa che ci resta".