PROSTITUZIONE E STUPEFACENTI

Sesso con minorenne in cambio di soldi, prete indagato per prostituzione

Chiesto il rinvio a giudizio per Don Alberto Paolo Lesmo nel Milanese, che è stato sospeso dal cardinale Angelo Scola da ogni incarico in diocesi

25 Mar 2016 - 15:06
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Un parroco del Milanese è indagato per prostituzione minorile ed è stato sospeso dal cardinale Angelo Scola da ogni incarico in diocesi. Per il sacerdote, don Alberto Paolo Lesmo, il pm ha chiesto il rinvio a giudizio. Il parroco pagava un ragazzino per avere rapporti sessuali con lui. E sapeva che spesso il giovane usava quei soldi per droga. Chiesto il processo anche per un secondo uomo, Guido Milani.

Il ragazzo, che all'epoca dei fatti (tra il 2009 e il 2011) aveva tra i 14 e i 17 anni, si sarebbe prostituito in cambio di denaro con il parroco e con Milani (non un religioso ma ex presidente pro tempore di un centro ricreativo in provincia di Lecco, la "Cooperativa ragazzi e cinema"). Secondo l'accusa, in un'occasione l'uomo avrebbe anche violentato il ragazzino. La stessa persona avrebbe anche fornito al ragazzino droga e per questo le viene contestata anche l'accusa di cessione di sostanze stupefacenti. Tale episodi non sono invece contestati a don Lesmo, che fino a ora era parroco a Milano Santa Marcellina e decano di Milano-Baggio.

Adescato in chat - Don Alberto avrebbe adescato il minorenne online attraverso una chat e non perché frequentava la parrocchia, secondo quanto emerge dagli atti dell'inchiesta della Procura. Al minore venivano versati dal prete tra i 150 e i 250 euro. L'inchiesta sarebbe scattata dalla segnalazione di un ospedale nel quale il ragazzo venne visitato nel 2011, anche perché avrebbe tentato il suicidio. Nel procedimento sono state messe a verbale le stesse dichiarazioni del giovane che ora sta studiando e cercando di rifarsi una vita.

La Procura aveva anche chiesto l'arresto di don Lesmo, ma il gip ha rigettato la richiesta. Il Riesame, poi, su ricorso della Procura ha dato il via libera all'arresto ma la difesa del religioso fece ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha annullato il provvedimento del Riesame perché poco prima era entrata in vigore la norma che richiede per le misure cautelari "l'attualità del pericolo" e i fatti contestati, invece, erano datati rispetto alla richiesta d'arresto.

L'Arcidiocesi di Milano è stata avvisata dalla Procura del procedimento penale in corso, come prevedono le norme, dopo la richiesta di rinvio a giudizio. Altro caso in cui scatta la comunicazione è quello di misure cautelari eseguite, ma il religioso, invece, non è stato arrestato. La stessa Arcidiocesi ha fatto sapere di aver ricevuto comunicazione il 2 marzo scorso con documento datato 19 febbraio. Il riferimento è alla richiesta di processo. Si è in attesa della fissazione dell'udienza preliminare.

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