Una telecamera posizionata nel bagno di casa aveva ripreso effusioni tra l'uomo e le figliolette durante il bagnetto, ed era scattata l'accusa di violenza sessuale. Ora il 40enne è stato assolto perché il fatto non costituisce reato
Ha passato nove mesi in carcere e altri otto ai domiciliari, accusato di aver violentato le figliolette di 4 e 5 anni, ha perso il lavoro da frontaliere in Svizzera e la moglie ha chiesto la separazione. Ma dopo un calvario di 17 mesi, giovedì per un 40enne di Tirano, in provincia di Sondrio, è arrivata l'assoluzione: il fatto non costituisce reato.
L'accusa, sostenuta dal pm Luisa Russo (che aveva chiesto 8 anni di carcere), si basava sui presunti abusi filmati da una telecamera nascosta nel bagno dell'abitazione, e il legale della moglie chiedeva per la parte civile un risarcimento di 300mila euro per la donna e le bambine.
I periti degli avvocati del 40enne, riferisce il Quotidiano Nazionale, hanno però dimostrato che nel bagno di casa non è stato commesso alcun abuso: le bimbe facevano semplicemente il bagno con papà, il quale era sicuramente molto affettuoso. E le effusioni nei confronti delle piccole sono state scambiate per violenze sessuali.