FUNZIONA CON QUALSIASI TIPO DI LATTE

Stampato e mangiato: il gelato 3D è made in Italy

Per la prima volta una stampante per alimenti liquidi. L'ideatrice Selene Biffi a Tgcom24: "Il prototipo funziona, vorremmo partire con una startup". A Lodi da parecchie settimane stampano e mangiano gelato

di Sauro Legramandi
24 Set 2020 - 00:00
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Nulla si crea, tutto si modella e si stampa. Ogni giorno qualcuno forgia in 3D qualsiasi cosa. Dalla mascherina all’organo artificiale, dal giocattolo al pezzo di alta precisione meccanica.  Alla collezione di oggetti stampabili dall’Italia se ne aggiunge uno del tutto particolare. In un laboratorio di Lodi hanno stampato il gelato. Non siamo nel futuro: il gelato stampato in 3D è una deliziosa realtà già degustata grazie a una mente e a un braccio italiani.

La prima si chiama Selene Biffi, 38enne monzese da sempre impegnata nel sociale ma che stavolta si ritaglia uno spazio tutto suo. Il secondo è a una manciata di chilometri di distanza, ossia Lodi: qui Paolo Aliverti e il suo team sviluppano idee avveniristiche solo sulla carta. Tra una stampata e l’altro Aliverti da diversi mesi assaggia il prodotto finale del loro lavoro, ossia un buon gelato  al fior di latte.

“Ho visto in Rete un video degli studenti del MIT - racconta a Tgcom24 - che lavoravano a una delle tante stampanti di alimenti solidi. Mi si è accesa la lampadina: sarà possibile pensarne una per cibo allo stato liquido?”. Dalla risposta (affermativa) alla degustazione sono passati un bel po’ di mesi giorni ma ora la stampante 3D per gelato è una realtà. Ad oggi il vincolo è uno solo: il macchinario è in grado di produrre un gusto alla volta. Quindi fragola o limone, non fragola e limone. Chi ha brevettato il tutto è fiducioso di poter presto cambiare la congiunzione "o” in “e”, soprattutto in caso di sostenitori di un’eventuale startup.

Come funziona - Il meccanismo è semplice sulla carta: in pratica si ottiene un gelato inserendo nella stampante un qualsiasi tipo di latte e panna comprati in un qualsiasi supermercato d’Italia. Il latte viene prima lavorato a temperature diverse grazie a un estrusore (anch’esso stampato in 3D) per poi venir depositato in un ambiente refrigerato. Proprio in questo ambiente verrà realizzato il gelato nella forma richiesta (una classica pallina piuttosto che una stella). La stampante modella oggetti tridimensionali che si possono disegnare con i più comuni programmi CAD. La macchina, attualmente a livello di prototipo, oggi è grande come una lavatrice ma in sviluppo è possibile pensarne di dimensioni più ridotte.

“Nella mia testa ho il sogno di creare una startup – prosegue Biffi – che possa provvedere al mercato B2B come gelaterie, pasticcerie, catering e parchi divertimenti. Speriamo davvero di trovare qualcuno che capisca la portata del progetto e passare allo step successivo. Vogliamo commercializzarlo a breve, migliorando le dimensioni della stampante e aumento il numeri dei gusti”.

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