A "Mattino Cinque" la denuncia di Milva che è potuta entrare nella struttura milanese solo quando ormai era troppo tardi: "L'ho vista abbandonata su una sedia a rotella"
Le case di riposo sono tra le realtà a cui il coronavirus ha fatto pagare il prezzo più caro, A "Mattino Cinque" la rabbia e lo sfogo della figlia di una delle 62 vittime registrate nella Residenza Borromea di Mediglia, in provincia di Milano. Nella casa di riposto si è consumata una vera e propria strage: quadi un ospite su due è deceduto durante l'emergenza Covid-19. Milva racconta di essere riuscita a fare visita alla madre il 3 marzo scorso dopo che le avevano riferito che era febbricitante ma non grave.
La donna denuncia che non tutti i dipendenti della struttura indossavano i dispositivi di protezione e di aver trovato la mamma "persa nel vuoto", su una sedia a rotelle nell'area pranzo: "Tremava come una foglia". La signora spiega quindi di aver portato la madre in camera: "Aveva 39 di febbre ma secondo l'infermiere la mattina stava bene".
"Ho urlato e detto parole che non voglio ripetere e in quel momento non potevo portare via mia mamma", aggiunge Milva, che una volta tornata a casa ha subito telefonato al sindaco di Mediglia. Il giorno dopo è stato fatto il tampone alla signora e il 7 marzo è risultato positivo. L'anziana però non ce l'ha fatta, nei giorni successivi è morta al pronto soccorso di San Donato Milanese.