LE PAROLE DI VALERIA

Suicidio assistito, la fidanzata di Dj Fabo: "La morte fu la sua vittoria utile"

La testimonianza di Valeria Imbrogno nel processo a Marco Cappato: "Mi disse di non sentirmi sconfitta"

04 Dic 2017 - 13:50
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Con la battaglia "pubblica", Dj Fabo si sentì di nuovo "vivo e utile" e fece anche lo "sciopero della fame" per non essere fermato. Lo ha raccontato, in lacrime, Valeria, la fidanzata del 40enne che ha scelto di andare a morire in una clinica svizzera col suicidio assistito. La donna ha poi citato le parole che il suo compagno le ha detto poco prima di morire: "Non devi sentirti sconfitta, per me questa è una vittoria. Ora sarò energia nell'universo".

Il racconto di Valeria Imbrogno è durato circa due ore nell'ambito della sua testimonianza nel processo a Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni accusato di aiuto al suicidio.

"Aveva dolori costanti" - Fabiano Antoniani (il vero nome di Dj Fabo, ndr) "aveva dolori costanti, come dei forti crampi, ma costanti", ha proseguito la Imbrogno. "Mi diceva 'non so neanche perché sto cercando di sopravvivere, la mia vita così non ha senso perché non è vita. Lui mi ha chiesto di prendere informazioni e ha detto che doveva morire. 'Per me questa non è più una vita, sto sopravvivendo di quantità'".

Il drammatico racconto di Valeria torna poi sul momento della decisione definitiva da parte del suo fidanzato: "Quando Fabiano nel luglio del 2016 ha detto che avrebbe fatto lo sciopero della fame e della parola, ho capito che non si sarebbe tornati più indietro e che la sua decisione di ricorrere al suicidio assistito era irrevocabile. Io avevo fatto una gara di boxe a giugno e Fabiano si è indispettito al punto che andavo a casa sua e non mi parlava".

"Fabiano stava combattendo la signora Morte, mi diceva", ha dichiarato la donna mentre l'intera aula del tribunale ascoltava in assoluto silenzio. Ha raccontato che la cosa per lui più insopportabile era quella di non vedere più ("altrimenti credo non avrebbe deciso di morire"), ha parlato della "speranza" che ha nutrito anche dopo l'incidente di tornare più vicino possibile alla vita che conduceva prima, quando in India provò la "terapia delle staminali" che però non funzionò.

"Fabiano era vita all'ennesima potenza" - Per Dj Fabo, ha proseguito la Imbrogno, "la libertà era un valore importante e se con la sua scelta e con la sua battaglia pubblica e anche mediatica fosse riuscito a smuovere qualcosa ne sarebbe stato contento. Mi diceva che per lui la vita è qualità, non quantità. Lui era vita all'ennesima potenza.

La donna ha spiegato che gli venne prospettata anche dallo stesso Cappato la possibilità "italiana", ossia di interrompere le terapie e morire in questo modo, ma lui capì che si sarebbe "prolungata l'agonia, tra l'altro in casa con sua madre, e lui voleva tutto tranne che soffrire ancora, perché sapeva che così sarebbe morto con un'agonia di 7-10 giorni. Fabiano non era religioso, ma credeva in un qualcosa soprattutto verso la fine e mi disse 'tu saprai dove trovarmi'".

La madre di Dj Fabo: "Gli dissi 'vai Fabiano'" - Dopo la Imbrogno, ha parlato anche la madre di Dj Fabo. "Vai Fabiano, la mamma vuole che tu vada": sono state queste le ultime parole dette al figlio prima che "schiacciasse" con la bocca il pulsante. Carmen Carollo si è messa a piangere in aula e il pm Tiziana Siciliano si è alzata per porgerle un fazzoletto. Già dopo l'incidente stradale, ha spiegato, quando seppe di essere diventato cieco, Fabo decise di "andare a morire" in Svizzera. "Non voleva morire soffocato interrompendo le cure".

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