La Procura gli contesta l'assegnazione di un incarico in Regione al suo ex socio Luca Marsico. Il presidente: "In quella nomina c'è assoluta trasparenza". Intanto si dimette Pietro Tatarella
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Il governatore lombardo Attilio Fontana (Lega) è indagato per abuso d'ufficio nell'inchiesta della Dda di Milano che martedì ha portato a 43 misure cautelari, tra cui 28 arresti. Gli viene contestata la nomina del suo ex socio dello studio legale, Luca Marsico, al vertice del Nucleo di valutazione degli appalti pubblici in Regione. Marsico si era candidato con FI alle regionali 2018, ma non era stato eletto. Salvini sostiene Fontana: attacchi vergognosi.
Fontana sarà sentito lunedì: "Risponderò puntualmente" - Fontana sarà interrogato lunedì, 13 maggio, dagli inquirenti, e parlando del suo incontro con i magistrati ha detto: "Ho preso atto dell'invito a comparire. Mi rasserena il fatto che non sia stata accertata alcuna violazione della procedura di nomina che è all'attenzione dei magistrati milanesi. E mi rasserena anche il fatto che tale contestazione nulla ha a che vedere con fenomeni di corruzione. Per quanto concerne la vicenda della nomina di Luca Marsico, ribadisco che si è trattato come sempre di una procedura caratterizzata da trasparenza e assoluta tracciabilità". Martedì il presidente della Regione Lombardia aveva fatto dichiarazioni spontanee ai pm in quanto "parte offesa" di una presunta istigazione alla corruzione promossa dall'ex coordinatore provinciale FI di Varese, Gioacchino "Nino" Caianiello (arrestato nell'inchiesta e già condannato a 3 anni per concussione). Il procuratore di Milano Francesco Greco però aveva precisato anche che era "in corso di valutazione la posizione di Fontana sull'episodio relativo all'incarico ottenuto in Regione" da Marsico.
L'episodio "incriminato" martedì - In un'intercettazione del marzo 2018 Caianiello propone un'assunzione al dipartimento regionale "Formazione" di un suo uomo, il direttore generale della società Afol Metropolitana Giuseppe Zingale, in cambio di consulenze per 80/90mila euro all'anno a favore di quello che Caianiello chiama "il nostro amico... di studio (Luca Marsico, ndr)". Fontana, che in un primo momento si era mostrato possibilista, cambia idea: "Ho voluto percorrere un'altra strada in modo che abbiamo delle alternative, poi insieme ci troviamo e decidiamo quale sia la migliore o magari tutte e due, vediamo... Hai visto che i tuoi consigli li ho seguiti quasi tutti". E questo, spiega Caianiello, come scrive il Fatto Quotidiano, per la mediazione dell'assessore Giulio Gallera e le critiche di Giulia Martinelli, ex moglie di Matteo Salvini e stretta collaboratrice di Fontana.
L'accusa di abuso di ufficio - Se il governatore leghista si salva in extremis dall'accusa di corruzione, però, commette un autogol poiché la decisione di Fontana di far assumere il suo socio di studio Marsico come consulente esterno di un "Nucleo di valutazione degli appalti pubblici" in Regione (assunzione avvenuta nell'ottobre del 2018 e documentata negli atti sequestrati dalla Dda al Pirellone) è determinante per il nuovo capo di accusa: quello di abuso di ufficio.
Il pm: "Fontana ha violato il principio di imparzialità" - Il governatore lombardo Attilio Fontana, secondo la Procura, facendo nominare con una delibera Marsico avrebbe violato il principio di imparzialità perché quel posto non era di nomina "fiduciaria" ma si trattava di un incarico che era passato per un bando pubblico a cui hanno partecipato circa 60 persone.
Marsico: "Ho avuto l'incarico perché sono un buon avvocato" - Proprio Marsico sull'incarico ottenuto al Nucleo valutazione investimenti della Regione, in seguito al quale è scattata la contestazione per abuso d'ufficio a Fontana, ha dichiarato: "Fontanta è stato il mio maestro sin da quando ho iniziato a lavorare nel suo studio, nel 1992. Credo di essere un buon avvocato, per questo ho ottenuto l'incarico e non per l'amicizia con il governatore". Spiega di aver presentato domanda per l'incarico di esperto giuridico al Nucleo, aggiunge di essere stato sentito come "persona informata sui fatti martedì pomeriggio" e conclude: "Non sento il presidente da diversi giorni".
Salvini: "Una vergogna" - E' subito intervenuto a sostegno del governatore Matteo Salvini, che afferma: "Vergognosi attacchi all'uomo, all'avvocato, a un sindaco e a un governatore la cui onestà e trasparenza non sono mai state messe in discussione in tanti anni, né mai potranno esserlo oggi o in futuro. Confido nel buon lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine milanesi".
Tatarella: "Sono innocente ma mi dimetto" - Intanto Pietro Tatarella, consigliere comunale milanese e vice coordinatore regionale di FI sospeso martedì dal partito dopo l'arresto, si è dimesso. "Sono innocente, le contestazioni che mi sono state mosse sono infondate, ma ho deciso di dimettermi dal Consiglio comunale", ha fatto sapere attraverso il suo avvocato. Nell'interrogatorio davanti al gip, Tatarella ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere per potere analizzare, ha chiarito il legale, tutti gli atti.