Il consigliere lombardo della Lega e presidente della commissione Sanità è stato arrestato martedì per un presunto giro di mazzette
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"O dimostra la sua innocenza o dovrà andarsene". Roberto Maroni parla così di Fabio Rizzi, il consigliere regionale della Lega e presidente della commissione Sanità arrestato martedì per un presunto giro di tangenti. "Chi commette un errore così grave, non può più rappresentare i cittadini", ha aggiunto il governatore lombardo. Intanto il legale di Rizzi ha spiegato: "Davanti al gip non ha fatto alcuna ammissione ma ha chiarito tutto".
"Di fronte a una persona che conosci da vent'anni, un leghista della prima ora a cui affideresti tutto, sono deluso e incazzato: questo è il sentimento che provo", ha aggiunto Maroni. "Ora dobbiamo reagire per capire come evitare queste cose, che non sono ammissibili, accettabili e prevedibili", ha sottolineato.
Prevedere "non è facile. Quando le procedure sono rispettate e c'è un accordo sotto banco - ha spiegato Maroni - io non ho i mezzi e gli strumenti che ha la magistratura. La magistratura è arrivata ad accertare i fatti dopo un anno di attività investigativa, intercettazioni, tutte cose che io non posso fare".
"La magra consolazione è che tutta questa vicenda è nata da una denuncia fatta dal sistema della Regione, cioè da un membro del collegio sindacale nominato dalla Regione - ha concluso -. Quindi gli anticorpi hanno funzionato. Una magra consolazione, perché bisogna evitare che succedano cose di questo genere".
Dimissioni? Non se ne parla - "Assolutamente no, non mi dimetto. Mi sono chiesto se ho qualche responsabilità, ma non ce l'ho: sono stato tradito da una persona di cui mi fidavo", ha detto Maroni. "Chi sbaglia, fosse anche il mio miglior amico, lo prendo a calci e se ne deve andare", ha aggiunto. Capisco la mozione di sfiducia perché l'opposizione fa il suo mestiere, ma l'unico risultato sarà di rafforzare la maggioranza".