Osman Matammud, di 22 anni, risponde di omicidio plurimo, sequestro di persona a scopo di estorsione di alcune centinaia di suoi connazionali e violenza sessuale su decine di ragazze
Osman Matammud, il 22enne di origine somala in carcere da settembre con l'accusa di avere ucciso, torturato e stuprato decine di persone in un campo profughi in Libia, è stato condannato all'ergastolo con isolamento diurno per tre anni. Lo ha deciso la Corte d'Assise di Milano. Il giovane risponde di omicidio plurimo, sequestro di persona a scopo di estorsione di alcune centinaia di suoi connazionali e violenza sessuale su decine di ragazze.
L'imputato, che si è sempre proclamato innocente ed era presente in aula al momento della lettura del verdetto, ci ha provato fino all'ultimo a convincere il Tribunale: "Ho detto la verità, non ho mentito, non ho commesso nessun reato. Spero nella giustizia e nella vostra correttezza", è stato il suo ultimo appello rivolto ai giudici prima che si ritirassero in camera di consiglio per il verdetto.
Tutto inutile: la Corte d'Assise di Milano ha accolto la richiesta del pm Marcello Tatangelo (nel frattempo trasferito alla procura generale di Torino) e lo ha giudicato colpevole di diversi omicidi (il numero esatto non è stato accertato), sequestro di persona a scopo di estorsione di alcune centinaia di profughi, violenza sessuale di decine di giovani ragazze. Torture e sevizie compiute, secondo la ricostruzione dell'accusa, per spingere i profughi detenuti nel centro di raccolta libico a pagare 7mila dollari per raggiungere l'Italia a bordo di barconi.