La decisione è stata presa dopo l'assoluzione dei parenti a Gujarat
Nell'ambito dell'inchiesta su Sana Cheema, la ragazza morta in Pakistan ad aprile dell'anno scorso dopo aver rifiutato il matrimonio combinato, la procura di Brescia ha iscritto nel registro degli indagati, con l'accusa di omicidio, il padre, lo zio e uno dei fratelli della giovane. Quest'ultimi, insieme ad altri parenti, poche settimane fa erano stati scagionati da ogni accusa dal tribunale pakistano di Gujarat.
Il procuratore generale di Brescia Pier Luigi Maria Dell'Osso ha avocato a sè l'inchiesta. La Procura di Brescia aveva aperto in precedenza un'inchiesta contro ignoti e senza ipotesi di reato. Non è ancora chiaro se la strada che intende seguire la procura di Brescia sia quella dell'inchiesta per "omicidio politico", definito dall'articolo 8 del Codice penale come "ogni delitto, che offende un interesse politico dello Stato, ovvero un diritto politico del cittadino". Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva scritto al primo ministro pakistano per chiedere di fare luce sull'omicidio di Sana.