Svolta nelle indagini

Ucciso con due fendenti alla gola a dicembre, arrestato un vicino di casa

All'origine dell'omicidio, avvenuto nel Milanese, i continui dissidi condominiali legati anche anche all'utilizzo dell'acqua comune per scopi personali come il lavaggio dell'auto da parte della vittima

04 Apr 2018 - 16:36
 © ansa

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Un muratore di 59 anni è stato arrestato dai carabinieri perché accusato dell'omicidio di un suo vicino di casa, Michelangelo Redaelli, 54 anni, trovato morto con la gola tagliata nel suo box a Solaro, nel Milanese, la mattina del 23 dicembre. Le indagini hanno permesso ai militari di risalire al presunto killer, che ha ucciso in maniera premeditata la sua vittima a causa dei continui dissidi condominali.

L'arrestato, già noto alla giustizia, non ha confessato il delitto che secondo l'accusa è stato premeditato. "Il movente - spiega la procuratrice di Monza, Luisa Zanetti - è l'astio, l'incapacità di tollerare le violazioni condominiali".

L'ostilità, sottolineano gli investigatori, era unilaterale. A scatenare la furia omicida del 59enne, è stato tra le altre cose anche l'utilizzo dell'acqua condominiale da parte di Redaelli. "Non accettava che la vittima utilizzasse l'acqua condominiale per pulire la macchina e altri usi personali. L'astio era tale che anche due anni prima Redaelli, persona solitaria, era già stato aggredito a pugni in volto dal presunto assassino", continua Zanetti.

Redaelli non aveva un lavoro fisso: saltuariamente collaborava con un fiorista e viveva dei risparmi ereditati dai genitori. Amava particolarmente la sua automobile nuova, che teneva sempre in perfetto ordine e pulizia. I due avevano vissuto nello stesso condominio per oltre vent'anni, sin dalla costruzione dell'immobile a cui, secondo la ricostruzione dei carabinieri, avrebbe partecipato anche l'arrestato in qualità di muratore.

Il 59enne, separato con figli grandi, abitava stabilmente da solo e da gennaio si era trasferito in una nuova casa a Limbiate. Nel corso della perquisizione nella nuova abitazione sono stati sequestrati sei coltelli, ma l'arma del delitto, a lungo cercata dai carabinieri nei campi di Cesate, non è stata ancora trovata.

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