La moglie, i figli e i nipoti per l'ultimo saluto del grande oncologo
E' iniziata sulle note dei brani "Il chiaro di luna" di Beethoven e "Tu che di gel sei cinta" di Giacomo Puccini la cerimonia laica per l'ultimo saluto a Umberto Veronesi. L'omaggio musicale è stato eseguito dal figlio dell'oncologo, Alberto, musicista e direttore d'orchestra. Attorno al feretro, sistemato nella sala Alessi di Palazzo Marino, a Milano, i figli, i nipoti e la moglie Sultana Razon.
Gremita la sala, mentre chi non non è riuscito a entrare ha potuto seguire la cerimonia sui maxi-schermi montati in piazza della Scala e nel cortile del palazzo comunale.
Milano "e tutti noi dobbiamo moltissimo a Umberto Veronesi per essere stato protagonista delle nostre vite fino all'ultimo, con le sue riflessioni e le sue idee anche provocatorie", ha detto il sindaco Sala. "Da lui abbiamo avuto una lezione di laicità convinta", ha aggiunto ricordando che Veronesi anche se ateo ha avuto una "grande sintonia con un altro grande milanese e uomo di chiesa" il cardinale Carlo Maria Martini. "Due grandi milanesi - ha ricordato - si sono ritrovati a condividere la stessa scelta nel momento supremo della loro esistenza", cioè vivere la morte senza accanimento terapeutico. "Rimarrà sempre il simbolo della dignità umana di fronte al dolore", ha concluso.