Dall'Albania parlano Mark Gjoni e sua moglie Marie: "Chiediamo e vogliamo giustizia. Una giustizia giusta, non doveva essere ucciso". I primi esiti dell'autopsia sul cadavere: "Centrato con un colpo di pistola"
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"Se nostro figlio ha sbagliato, ha sbagliato molto di più chi lo ha ucciso. Per questo chiediamo e vogliamo giustizia. Una giustizia giusta". Queste le parole dei genitori di Gjergi Gjoni, il giovane ucciso da Francesco Sicignano durante un tentativo di furto nella sua villetta di Vaprio d'Adda. Mark Gjoni e sua moglie Marie, da Gojan, attraverso l'avvocato Francesco Mongiu del foro di Monza, dicono la loro su quanto accaduto.
"C'è incredulità e rabbia - dicono a Repubblica dall'Albania -. La rabbia di chi non capisce e vuole sapere. È umano, di fronte a una morte così. Chiediamo due cose: di potere riabbracciare nostro figlio. E di avere giustizia. Ci affidiamo alle autorità italiane. Siamo certi che i magistrati e i giudici sapranno dirci la verità su quanto è accaduto. Non abbiamo nessun sentimento di vendetta verso quell'uomo . Ma se ha sbagliato deve pagare".
"Noi sappiamo che che Gjergi era entrato in quella casa, che un uomo l'ha ucciso per difendersi, che gli ha sparato al cuore ed è morto sul colpo. Aspettiamo di capire se le cose sono andate davvero come dice il padrone di casa". "Certo è che, se nostro figlio voleva rubare - proseguono - andava arrestato, non ammazzato così".
Gjergi Gjonj è morto a causa di un unico colpo di pistola che ha raggiunto il petto. E' quanto emerge dai primi esiti dell'autopsia sul cadavere. Intanto venerdì verranno eseguiti gli esami balistici sulla pistola di Sicignano, sequestrata dai carabinieri. Gli esami sono stati affidati al Ris di Parma.