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Il direttore di Malattie infettive aveva lanciato l'allarme sul proliferare dai contagi, ma la struttura lo corregge: "Le percentuali identificate sono in linea con la media nazionale ed inferiori alla media regionale”
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L'Asst Fatebenefratelli Sacco frena su "alcune notizie apparse sulla stampa su 'reparti pieni di varianti' riferite alle Malattie infettive dello stesso Sacco", e spiega che "tali affermazioni non rappresentano la reale situazione nel presidio". Era stato il direttore di Malattie infettive, Massimo Galli, a lanciare l'allarme sul proliferare dei contagi da varianti. Galli è poi tornato, in maniera piccata, sulla vicenda: "Allora sono tutti nel mio reparto".
"Attualmente – precisa la nota dell’ospedale – le percentuali di varianti identificate (verificate secondo le indicazioni del Ministero della Salute e dall’ISS o su controlli a campione) sono in linea con la media nazionale ed inferiori alla media regionale”. La nota aggiunge anche che finora “presso il Laboratorio di questa ASST è stata identificata esclusivamente la variante UK (cosiddetta “variante inglese”) e che, al momento, nessun sequenziamento ha evidenziato la variante brasiliana o sudafricana”.
La replica di Galli: "Sono certo dei miei dati" - "Al Sacco le varianti inglesi sarebbero 6 su 50 casi testati. Bizzarro, se è così sono tutti passati per il mio reparto!": Massimo Galli replica via social all'ospedale dove lavora, che ha diramato una nota per smentire le sue affermazioni. "Dirigo un laboratorio di ricerca universitario che - scrive Galli su twitter - lavora sulle sequenze di SARS-CoV-2 da gennaio 2020. Dei miei dati sono certo". Replica una follower: "Professore massima stima, ma dovrebbe chiarirsi con i dirigenti del suo ospedale: sono loro ad aver smentito le sue affermazioni. Se lei è convinto che il suo reparto sia invaso dalle varianti al punto da suggerire un lockdown generale e loro no, avete un problema e ci confondete". Aggiunge un'altra persona, ricordando un caso simile di contrasto tra un medico e la struttura dove lavora: "Massima solidarietà, professore. Ricordiamo bene simile episodio capitato a Roberto Burioni sugli accessi in pronto soccorso".