All'insegnate è stata lanciata una sedia addosso. "La scuola ci lascia soli, docenti e alunni vengono messi sullo stesso piano", sottolinea
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"Una violenza come questa marchia il fisico e l’anima. Ho sofferto moltissimo". Così Venera Vitale, docente di una scuola di Vimercate (Monza), racconta quando il 29 ottobre è stata colpita da una sedia lanciata da uno studente di 16 anni. All'insegnante non bastano le scuse del ragazzo: "Non ritiro la denuncia. Il gesto resta grave, non è un gioco virtuale, bisogna farne prendere coscienza ai ragazzi". E lamenta: "La scuola ci lascia soli".
"Stavo finendo la lezione di storia alcuni ragazzi hanno abbassato le tapparelle elettroniche e l'aula è rimasta al buio. A quel punto mi è stata lanciata una sedia addosso", racconta la prof a Il Giorno ricostruendo l'episodio. "E' una classe un po' particolare, sono quasi tutti maschi del terzo anno, che studiano per diventare tecnici elettrici. Io penso che l’atto di bullismo di cui sono stata vittima sia il risultato di un clima negativo", aggiunge.
A scuola, ormai, "non si privilegia il rapporto coi ragazzi. Io insegno da 30 anni eppure non sono titolare di cattedra. In nome di una spending review si penalizza la continuità didattica: classi pollaio e cambio di classe ogni anno. E poi, qualora si presentasse un problema grave, come il mio, il preside dà vita a delle 'istruttorie' in cui il docente è messo sullo stesso piano dei ragazzi".
Il "colpevole" alla fine ha confessato e si è scusato. "Mi ha scritto che non l'ha fatto per farmi del male - afferma la docente -. Ma non ho mai visto la mamma, non si è mai presentata a scuola e sono rimasta male. Questo ragazzo era alla ricerca di qualcosa di eccezionale, ha voluto rifugiarsi nel consenso del gruppo per sentirsi vivo, colmando un senso di vuoto interiore. Gesti come questo diventano rituali di gruppo, prove di coraggio. Il gruppo non ha voluto indicare il responsabile, ha avuto paura".