BOSSETTI NON HA UN ALIBI

Yara aveva paura: "Qualcuno mi osserva" Video: Bossetti prelevato dal cantiere

Dopo il fermo di Bossetti, che non ha un alibi e non risponde al pm, spunta una confidenza che la 13enne fece al fratellino poche settimane prima di morire. I Ros: "Il killer pensava di avercela fatta". Il video del suo fermo

18 Giu 2014 - 22:54
 © tgcom24

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"Qualcuno mi sta osservando". Yara Gambirasio, poche settimane prima di quel maledetto 26 novembre 2010, confidò al fratellino di non sentirsi tranquilla. Che Massimo Giuseppe Bossetti, l'uomo fermato lunedì con l'accusa di essere l'assassino della 13enne, l'avesse presa di mira? Gli investigatori non lo escludono la tesi viene rafforzata da alcuni testimoni che, dopo la svolta, hanno raccontato di aver visto Bossetti nella zona prima dell'atroce delitto.

L'allarme lanciato da Yara, come riporta il Corriere della Sera, non fu tuttavia sufficiente a salvarle la vita. Anche perché quella sensazione di essere seguita, "puntata", si affievolì nei giorni precedenti l'assassinio. Eppure, stando ai racconti di chi vive la zona della palestra dove la ragazzina fu rapita, emerge come il presunto killer fu notato da residenti e commercianti. L'ipotesi degli investigatori è che l'uomo avesse scelto Yara tra le ragazze che, con lei, frequentavano il centro sportivo. E successivamente messo in atto il suo piano.

Bossetti non risponde al pm - Bossetti intanto si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al pm Letizia Ruggeri. L'interrogatorio, durato circa un'ora e mezza, si è tenuto nel carcere di Bergamo. Anche lunedì, giorno del fermo, l'uomo non aveva risposto agli inquirenti.

Bossetti non è figlio del padre legittimo - Intanto è stata effettuata la comparazione tra il Dna di Giovanni Bossetti e quello del figlio legittimo Massimo Giuseppe Bossetti: l'esame ha evidenziato e confermato che non c'è compatibilità tra i due profili genetici e che quindi l'uomo accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio non è il figlio naturale del primo.

Il fermato non ha alibi - La posizione di Bossetti è aggravata dal fatto che l'uomo non ha alcun alibi. Sua moglie, che non si è sottratta all'interrogatorio nonostante ne avesse la facoltà, dice di non ricordare né dove fosse suo marito la sera della scomparsa di Yara né se cenarono insieme.

L'investigatore: "Bastava una virgola in più o in meno..." - E' enorme la soddisfazione nel team che, dopo più di tre anni dall'assassinio di Yara, potrebbe aver risolto il caso individuando in Bossetti il killer della 13enne. "Il delitto perfetto non nasce mai da una mente diabolica ma da uno, scusi il termine, che ha un gran culo - confida il comandante del Ros che ha gestito la squadra in un 'intervista alla Stampa -. L'unico delitto perfetto è quello improvvisato.

Il caso non è certo tra i più facili: "In fondo il killer aveva lasciato solo una traccia di Dna da confrontare con migliaia di persone. Il padre era morto, la madre non aveva un nome... Bastava una virgola in più o in meno e oggi non saremmo qui a parlarne".

"Il killer pensava di avercela fatta" - "Dopo tre anni e mezzo, credo che Bossetti si fosse illuso di avercela fatta - continua il carabiniere -. Era tornato alla sua vita normale. Un uomo incensurato, normale, un padre modello".

Titolare palestra frequentata da Yara: "Non mi ricordo di Bossetti" - "Ho sentito i carabinieri proprio questa mattina, mi hanno chiesto se mi ricordo di Massimo Giuseppe Bossetti, ma io non ricordo di averlo mai visto". Lo ha detto Veronica Locatelli, la titolare del centro sportivo di Brembate frequentato da Yara Gambirasio e dove la ragazzina era stata vista viva per l'ultima volta prima della sua scomparsa il 26 novembre del 2010. Già 3 anni e mezzo fa le indagini si erano concentrate attorno alla palestra e ora gli inquirenti stanno tornando alla carica per capire se proprio qui le vite della studentessa 13enne e quella del suo presunto killer si fossero in qualche modo incrociate.

"I carabinieri hanno l'archivio con tutti i nomi dei nostri clienti da 3 anni - ha aggiunto Veronica Locatelli - è chiaro però che se fosse stato cliente del nuoto libero l'uomo non sarebbe registrato". Dal centro sportivo, una vera cittadella dello sport che comprende piscina, campi di calcetto e di atletica, il palasport e il bar aperto da una decina d'anni, passano ogni anno oltre 2mila persone tra chi segue dei corsi o chi va semplicemente per una nuotata o affittando il campo per la partita.

Titolare solarium di Brembate: "Cc mi hanno chiesto computer" - "Mi hanno chiesto se avevo un computer o un'agenda in cui segnavo i miei clienti, ma no. Non ho mai registrato nulla". A dirlo Francesca, la titolare del centro estetico Oltreoceano di Brembate di Sopra, riferendosi alla visita dei carabinieri, entrati nel suo solarium per accertarsi della possibilità - emersa dalla stampa - che Massimo Giuseppe Bossetti, l'uomo fermato per l'omicidio di Yara Gambirasio, fosse un cliente abituale.

"Ho detto loro che l'ho riconosciuto subito vedendo la sua foto sul giornale - ha detto la donna -. Veniva nel mio centro estetico una o due volte alla settimana. Un uomo schivo, con cui non ho mai instaurato uno stretto rapporto". Il solarium si trova proprio vicino alla casa dei Gambirasio. A cavallo tra il 2010 e il 2011, Francesca ha spostato la sua attività dall'altro lato della strada: "Da allora - ha ricordato - non ho più visto Bossetti". "Una coincidenza (Yara è scomparsa il 26 novembre 2010) su cui si sono soffermati anche questa mattina i carabinieri, che - ha aggiunto la titolare del solarium - non erano mai stati qui prima d'ora".

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