Lettera dell’ergastolano all’inviato Enrico Fedocci: "MAI smetterò di lottare"
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"Caro Enrico, fai giungere a tutti la voce di un innocente condannato al carcere a vita senza MAI potersi difendere. Questa non è una cosa da paese civile. Io sono INNOCENTE e lo griderò finché avrò voce”. Poche righe scritte a mano su un foglio bianco. Massimo Giuseppe Bossetti dalla cella scrive all’inviato di News Mediaset Enrico Fedocci che ha seguito per intero il caso dell’omicidio di Yara Gambirasio, dalla scomparsa della 13enne, il 26 novembre 2010, fino all’arresto del muratore di Mapello e alle fasi processuali culminate con la condanna lo scorso 12 ottobre.
All'indomani della sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato l'ergastolo, Bossetti si fa vivo per la prima volta e lo fa chiedendo al cronista di dare spazio e voce alle sue parole, “gridando la sua innocenza”, anche ora che il giudizio su di lui è diventato definitivo.
“MAI smetterò di lottare con i miei avvocati che mi difendono per sincera convinzione e amore di Giustizia – scrive ancora il 48enne - per dimostrare la mia INNOCENZA!!"
Bossetti Massimo
Ma c'è un'altra lettera che Bossetti ha scritto in questi giorni nella sua cella: è indirizzata ai genitori di Yara. Quell’adolescente che, secondo i giudici, lui ha ucciso a Chignolo d’Isola. Nessuna indiscrezione sui contenuti della missiva. Bossetti nei prossimi giorni potrebbe essere trasferito ad altro istituto di pena, dove potrà cominciare – come lui stesso ha chiesto – a lavorare. Dovranno passare almeno sei mesi dalla sentenza della Cassazione prima di poter presentare ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo.