OMICIDIO DI YARA

Yara, i dubbi della moglie di Bossetti: "Spieghi perché era a Brembate"

Gli inquirenti intercettano un colloquio tra la donna e il marito nel carcere di Bergamo dove il presunto killer di Yara è recluso da giugno

26 Feb 2015 - 18:01
 © da-video

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Un'intercettazione ambientale nel carcere di Bergamo, durante un colloquio tra il presunto killer di Yara Gambirasio, Massimo Bossetti, e la moglie, Marita Comi, potrebbe peggiorare la posizione del muratore di Mapello. "Dimmi cosa ci facevi davanti alla palestra di Yara il giorno in cui è scomparsa", avrebbe chiesto insistentemente la donna. Ma da Bossetti non sarebbe arrivata risposta: "Non lo so, temo di non riuscire a spiegarlo".

Il contenuto delle intercettazioni, pubblicato dal settimanale Giallo, aggiunge un nuovo elemento contro Bossetti e rende pubblici, per la prima volta dal momento dell'arresto, i dubbi della moglie nei suoi confronti. Non solo il muratore dice di non essere in grado di spiegare la presenza del suo furgone nei pressi della palestra di Brembate, ma spiega di essere preoccupato per non poter fornire un alibi. "Sono davvero molto preoccupato e non ho alcun alibi che possa giustificare la mia presenza nei pressi della palestra nelle ore precedenti alla sua scomparsa", avrebbe detto Bossetti.

Intanto, ai microfoni di Matrix, il legale del muratore, Claudio Salvagni, ribadisce l'innocenza del suo assistito. "Bossetti ha sempre detto che non confesserà mai questo delitto perché non l'ha commesso e andrà avanti fino in fondo, finché ne avrà le forze, per dimostrare la sua innocenza, perché vuole che i suoifigli portino il suo cognome con orgoglio".

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