A "SEGRETI E DELITTI"

Yara, la moglie Bossetti: "Il dolore è un incubo, spero ci sia un risveglio"

"Andrò alle udienze del processo, starò vicina a mio marito tutta la vita. Lui è innocente", dice la donna a "Segreti e Delitti" su Canale 5

13 Giu 2015 - 13:18

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"I momenti più difficili sono stati i primi mesi dopo il suo arresto, quando c'era un'attenzione mediatica quotidiana". Lo ha detto Marita Comi, la moglie di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio, nell'intervista durante la prima puntata di “Segreti e delitti” su Canale 5. "È un dolore paragonabile a un incubo, spero sempre che ci sia un risveglio. Di peggio c'è la morte", ha aggiunto.

Yara, la moglie Bossetti: "Il dolore è un incubo, spero ci sia un risveglio"

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"È un marchio pesante. Non faccio più le cose che facevo prima, non vado più in mezzo alla gente, vado a fare la spesa ma le attività dei bambini le evito, non vado alle feste della scuola perché sento lo sguardo della gente. Non mi insultano, ma anche i bambini si accorgono delle persone che si girano e ci guardano, io dico loro 'Non importa, lasciateli parlare'", spiega la donna.

Dopo aver ricordato il primo incontro avvenuto all'età di 17 anni a Brembate Sopra con il suo futuro marito e aver commentato il loro filmino del matrimonio trasmesso in esclusiva in trasmissione, Marita Comi torna a urlare l'innocenza di Bossetti: "Quando gli ho chiesto di dirmi la verità durante i nostri incontri in carcere, non è che dubitavo di lui, ma gli ho fatto tutte le stesse domande che i pm e e gli inquirenti avevano fatto a me dicendomi che erano sicuri che fosse lui l'assassino di Yara. Gliele ho fatte per guardarlo negli occhi: sono uscita più convinta di prima della sua innocenza. Le bugie che diceva, le diceva al lavoro. Se una persona dice banali bugie, non è un assassino. Chiunque lo conosce non direbbe mai che è pericoloso".

"Sono convinta che non ha fatto nulla e sono qui per difendere prima mio marito e poi il padre dei miei figli", ribadisce la donna. "Gli starò vicino per tutta la vita, è quello che voglio. Lo faccio per me perché io voglio lui e non ho paura di vivere di ricordi. Avevo paura che Massimo si suicidasse durante i primi mesi di isolamento in carcere. Era molto provato. Anche ora lo è, ma è un po' più forte e vuole dimostrare la sua innocenza".

"Ester, mia suocera, è distante dalla nostra famiglia. Chiama i nipoti al telefono e da un anno a questa parte è venuta a trovarli solo una volta. Io sono sola con i miei figli, qualche parente e alcune persone mi aiutano. Il sindaco del paese ha provato ad aiutarmi a cercare un lavoro, ma so che quando riferisce il mio nome, le persone si tirano indietro. Perché forse lavorando da loro, potrei attirare giornalisti. Sarei disponibile a fare qualunque tipo di lavoro già da domani".

Tornando all'arresto del marito e poi al processo la cui prima udienza è prevista per il prossimo 3 luglio, la moglie di Bossetti dichiara: "Quando hanno arrestato mio marito ero scioccata. Per due giorni non ho potuto neanche vedere i bambini perché ero veramente scioccata. È una ferita che ci porteremo dentro. Del processo temo che non esca la verità. Andrò sempre in aula, a tutte le udienze per stargli vicino".

"Massimo continuerà a combattere e dimostrare la propria innocenza. Io posso solo stargli vicino. La mia speranza è che esca la verità e noi ricominceremo un'altra vita insieme. Spero al più presto possibile". E prosegue: "Non sono mai stata sulla tomba di Yara e anche se capisco il dolore dei suoi genitori, non mi sento di dire loro nulla. Non è nel mio carattere".

Marita Comi si sfoga, infine, ricordando il momento della perquisizione in casa propria da parte degli inquirenti: "Ho litigato con loro durante la perquisizione perché ti fanno firmare un foglio in cui dichiari che osservi ogni cosa che fanno, ma in casa ce n'erano 10 e andavano dappertutto. Ci hanno anche sequestrato alcuni album di famiglia, strappato senza intenzione qualche pagina e fatto cadere oggetti di vetro, e non mi hanno mai chiesto scusa. Mi prendevano in giro e sono arrivati a dire che allora mi avrebbero sequestrato tutta la casa".

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