Yara, rissa verbale tra accusa e difesa: sospesa l'udienza
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La pm Ruggeri mette in dubbio le capacità del consulente di parte e l'avvocato di Bossetti risponde per le rime
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Momenti di altissima tensione durante il processo per l'omicidio di Yara Gambirasio in corso a Bergamo. Gli animi si surriscaldati tanto che la presidente ha sospeso l'udienza. La decisione dopo un duro scambio verbale tra difesa e parte civile dopo che il pm Letizia Ruggeri aveva messo in dubbio le competenze del consulente degli avvocati di Massimo Bossetti, Ezio Denti.
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La presidente Antonella Bertoja ha rinviato l'udienza al 15 gennaio per un duro scontro a distanza tra l'avvocato Enrico Pelillo, difensore di parte civile, e Claudio Salvagni, legale di Bossetti, dopo che il pm Letizia Ruggeri aveva cominciato a fare domande sulle competenze del consulente Ezio Denti.
Il magistrato aveva chiesto a Denti dove si fosse laureato in ingegneria, come aveva dichiarato, e l'esperto ha mostrato una laurea conseguita a Friburgo, in Svizzera. "Non si sta facendo il processo al nostro consulente - avevano detto gli avvocati di Bossetti -, il pm faccia domande nel merito". Sempre il pm Ruggeri ha affermato che Denti aveva riportato una condanna per falso nel 2006 e la difesa aveva replicato duramente. Dai banchi della parte civile si è sentito dire: "Basta". "Basta a chi?" avevano risposto i difensori. Gli animi si sono esacerbati e, anche a causa di un precedente applauso da parte di qualcuno tra il pubblico, il presidente ha deciso di porre fine all'udienza.
Il perito di Bossetti: "Furgoni in video, nessuno associabile a lui" - Durante l'udienza Denti aveva presentato la sua relazione secondo la quale ci sarebbero almeno sette furgoni Iveco Daily "molto simili" a quello in possesso dello stesso Bossetti, che non figurano nell'elenco degli autocarri prodotto dalla motorizzazione e fornito agli inquirenti. La ricerca che ha portato all'individuazione, tra oltre oltre quattromila furgoni dello stesso modello, di 5 mezzi compatibili con quello di Bossetti, sarebbe dunque stata "vana a tutti gli effetti".
"Non possiamo associare nulla a Massimo Bossetti", ha sostenuto il consulente della difesa Ezio Denti, che ha effettuato una ricerca personale di furgoni simili e per almeno 7 di loro, tutti della provincia di Bergamo, ha riscontrato forti similitudini che ha cercato di dimostrare mostrando in aula foto comparate di ciascun mezzo con quello di Bossetti.
"Il testimone oculare poco attendibile" - Denti ha quindi cercato di smontare la testimonianza di Federico Fenili, l'uomo che ha dichiarato di aver visto un furgone svoltare a forte velocità in una via in prossimità della palestra da cui è scomparsa Yara, in un orario compatibile con la sparizione della tredicenne. Su quella strada, ha argomentato il consulente, ci sono due "dossi di grande importanza" ed è "impossibile" viaggiare a forte velocità. E per dimostrare questa tesi, Denti ha fatto proiettare in aula un video girato alle stesse condizioni su un furgone analogo. Per il consulente, inoltre, la distanza da cui Fenili ha osservato la scena, valutata in 71 metri, non avrebbe consentito di valutare l'effettiva velocità del mezzo giudicata eccessiva e perfino pericolosa.
"Potrebbero mancare dei video importanti" - Secondo Denti potrebbero inoltre mancare dei "video importanti" tra quelli a disposizione degli investigatori che sono stati acquisiti dalle telecamere di sorveglianza la sera del 26 novembre 2010, quando Yara Gambirasio sparì. I video possono costituire "importanti elementi di prova", ha osservato il consulente. Da qui, l'importanza di una corretta "estrapolazione". Denti ha però affermato di aver riscontrato "anomalie non spiegabili" in alcuni video e che "non risultano essere state applicate le regole per una corretta gestione" dell'acquisizione delle immagini, in modo da poter garantire "riproducibilità e ripetibilità" dei risultati.
All'avvocato della difesa che gli ha chiesto se esistano "linee guida" per una corretta estrapolazione dei filmati dai server delle telecamere di sorveglianza, Denti ha replicato citando il contenuto di un articolo sul sito dei Carabinieri dal titolo: "Le indagini video, approccio tecnico-giuridico". In particolare, in alcuni file il numero di frame sarebbe minore di altri, e ciò compromette la fluidità dei filmati, "che in alcuni casi restituiscono immagini a scatti". Un esito dovuto, probabilmente, secondo il consulente della difesa, ad una "errata estrapolazione" dei video, anche "è difficile dire quali sono i motivi".