Il comandante dei Ris ammette in Aula che il filmato dato alla stampa riprendeva solo una volta l'autocarro di Bossetti a Brembate. L'avvocato del muratore a "Fatti e Misfatti": "Cerco la verità vera, non quella a tavolino"
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L'udienza di venerdì rischia di diventare un macigno sul processo per Yara Gambirasio. Incalzato dall'avvocato Salvagni, il comandante del RIS di Parma, Giampiero Lago, ha ammesso che quello che si vedeva nel video attorno alla palestra di Brembate non era solo e sempre il furgone di Bossetti: il filmato, dice il carabiniere "è stato concordato con la procura a fronte di pressanti e numerose richieste di chiarimenti della circostanza che era emersa".
Un falso o quantomeno un non-del-tutto vero ad uso e consumo dei media e quindi capace di influenzare l'opinione pubblica. Evidente il punto a favore messo a segno dalla difesa che, durante Fatti e Misfatti in onda su Tgcom24 rilancia: "In un processo così delicato io cerco la verità vera, non quella costruita a tavolino. Adesso mi domando perché è stato diffuso questo video? Perché si voleva creare il mostro?"
A sollevare il caso era stato Luca Telese sul quotidiano "Libero" riportando l'intero botta e risposta in Tribunale tra Salvagni e Lago.
Il militare ha spiegato che il video riprende cinque furgoni in transito attorno alla palestra la sera del rapimento di Yara: di questi solamente uno è senza ombra di dubbio quello dell'unico indagato (circostanza condivisa dallo stesso avvocato della difesa). Gli altri passavano di lì per caso o comunque non costituiscono una prova: sono una simulazione, un tarocco o un falso. Dipende dai punti di vista.
E' evidente che si tratta di un'autorete per l'accusa, un'accusa che ha speso milioni di euro per comparare il Dna di migliaia di persone e poi chiedere alle forze dell'ordine di costruire un filmato "per esigenze di comunicazione". Ma si tratta di caduta di stile anche per chi mezz'ora dopo l'arresto di Bossetti annunciò la "cattura del killer di Yara Gambirasio".