Genitori in rivolta, ultimatum dalla scuola alla ragazza che rischia di perdere il posto di lavoro. La Federazione Italiana Scuole Materne interviene e chiede riservatezza
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Un caso esplosivo scuote l’hinterland di Treviso: una maestra di un asilo parrocchiale è finita al centro di una polemica per aver pubblicato foto e video hot su OnlyFans, nota piattaforma di contenuti per adulti. Di giorno educatrice in una scuola legata alla Fism di Treviso, di sera protagonista di scatti osé promossi anche su Telegram e Instagram. Ma quando i genitori dei suoi alunni hanno scoperto tutto, è scoppiato il caos.
La vicenda, riportata da Il Gazzettino di Treviso, ha preso piede quando alcuni scatti espliciti della maestra sono arrivati agli occhi delle famiglie. L’educatrice utilizzava OnlyFans per arrotondare lo stipendio, offrendo contenuti a pagamento e sfruttando Telegram per attirare un pubblico più ampio. Nonostante la riservatezza del suo “secondo lavoro”, internet non perdona: i genitori l’hanno riconosciuta, sollevando un polverone. La scuola non è rimasta a guardare: la docente è stata convocata e messa di fronte a una scelta drastica: smettere con i contenuti erotici o dire addio al posto di lavoro.
“Non è accettabile che un’educatrice di un asilo parrocchiale mercifichi il proprio corpo”, tuonano alcuni genitori. Per loro non si tratta di moralismo, ma di coerenza: una scuola con un’ispirazione cristiana dovrebbe contare su figure che incarnano i suoi valori. “Ognuno è libero nella vita privata, ma ci sono limiti”, aggiungono, chiedendosi come possa una persona con una doppia vita così marcata trasmettere principi educativi ai più piccoli.
Sulla questione è intervenuta Simonetta Rubinato, presidente della Federazione Italiana Scuole Materne di Treviso. “Vicende delicate come questa vanno gestite con riserbo, per tutelare i diritti di tutti”, ha dichiarato, sottolineando che nessuna segnalazione ufficiale è giunta dalle famiglie. Rubinato ha invitato i genitori a confrontarsi direttamente con la scuola, ma ha anche anticipato una novità: la Fism sta lavorando a un codice etico che regoli l’uso dei social da parte degli insegnanti, sul modello di quanto già previsto per i dipendenti pubblici nell’Usl della Marca.
Non è un caso isolato nella provincia trevigiana. Qualche anno fa, una barista di San Fior abbandonò il lavoro per dedicarsi a OnlyFans, triplicando i guadagni. E una decina di anni prima, una supplente del liceo Duca degli Abruzzi finì nei guai per vecchie foto erotiche rispuntate online. Ma che un’educatrice di un asilo parrocchiale finisse sotto i riflettori per contenuti hot è una novità assoluta, che rende la vicenda ancora più spinosa.