19 misure cautelari

Voto di scambio, operazione contro Cosa nostra catanese: arrestati anche consiglieri comunali e sindaco

Le accuse sono associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico di droga e scambio elettorale politico mafioso. Disposto anche il sequestro preventivo di aziende e beni per un valore di 300mila euro

24 Feb 2025 - 13:02

I carabinieri del Ros hanno condotto un'operazione antimafia contro Cosa nostra catanese nelle province di Catania e Siracusa. Il Raggruppamento operativo speciale dell'Arma ha eseguito 19 misure cautelari con l'accusa di associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico di droga e scambio elettorale politico mafioso. È stato inoltre disposto il sequestro preventivo di aziende e beni per un valore complessivo di 300mila euro. Tra gli arrestati figurano anche il deputato regionale Giuseppe Castiglione del Mpa (Movimento per l'Autonomia), un consigliere comunale di Misterbianco, Matteo Marchese, e il sindaco di Ramacca, Nunzio Vitale.

Elezione sostenuta da una "famiglia" mafiosa?

 L'inchiesta "Mercurio" ha fatto luce su presunte infiltrazioni mafiose della famiglia Santapaola-Ercolano, ai vertici di Cosa nostra di Catania, tra le istituzioni con voto di scambio. Anche la "famiglia" mafiosa di Ramacca si sarebbe adoperata, secondo l'accusa, a sostenere l'elezione del sindaco Nunzio Vitale e del consigliere comunale Salvatore Fornare, poi eletto vicepresidente del consiglio comunale.

La promessa dei voti

 Secondo l'accusa, infatti, nelle elezioni amministrative per il Comune di Misterbianco del 24 ottobre del 2021, "Marchese, quale candidato della lista Sicilia Futura, avrebbe accettato la promessa di voti procurati dalla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano, tramite Domenico Colombo, in cambio della promessa a soddisfare gli interessi economici, nel settore lavori pubblici, dell'associazione mafiosa". Marchese sarà poi effettivamente eletto.

Il controllo del territorio

 Parallelamente l'attività investigativa dei carabinieri del Ros, coordinate dalla Dda di Catania, sulla famiglia mafiosa di Ramacca, avrebbe "individuato gli uomini di assoluta fiducia di Pasquale Oliva, deputati, sulla base dei gravi indizi raccolti, al mantenimento del controllo del territorio di rispettiva competenza e alla cura degli interessi economici del sodalizio mafioso". Tra questi, ricostruisce la Dda, "Vincenzo Rizzo, che avrebbe il ruolo di organizzatore per il territorio di Palagonia e Ramacca".

"Capacità di condizionare l'esito delle amministrative"

 "In questo contesto - accusa la Procura di Catania - sarebbe emersa la capacità della famiglia mafiosa di Ramacca di condizionare l'esito delle consultazioni elettorali amministrative per il comune di Ramacca, avvenute l'11 ottobre del 2021, in forza del patto stabilito tra gli affiliati, Antonio Di Benedetto e Salvatore Mendolia e i candidati a sindaco Nunzio Vitale e a consigliere comunale Salvatore Fornaro, entrambi con la lista Ramacca costruiamo una bella storia".

"Il voto in cambio di lavori pubblici"

 L'accordo, sempre sulla base dei gravi indizi raccolti dalla Dda, "avrebbe previsto l'impegno da parte degli affiliati di procurare voti a favore dei due politici in cambio dell'affidamento di lavori pubblici a ditte segnalate dalla stessa associazione mafiosa". Ma non solo: come sottolinea la Procura, l'accordo avrebbe anche avuto come oggetto "la carriera politica del Fornaro che, poiché strettamente legato a Di Benedetto, gravemente indiziato di essere componente dell'associazione mafiosa, doveva essergli garantita dalla sponda politica un ruolo strategico all'interno dell'amministrazione comunale". Vitale sarà eletto sindaco e Fornaro consigliere e poi vicepresidente del Consiglio comunale.

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