A Tgcom24 Gianumberto Accinelli di Eugea fa il quadro della presenza di insetti portatori della malattia nel Belpaese: "La lotta biologica in città va comunque fatta"
di Gabriella Persiani© ufficio-stampa
"Nella sua drammaticità il caso della bambina trentina morta a Brescia per malaria è davvero raro e relegato; non fa scattare nessun allarme: in Italia si registrano 600 casi l'anno su una popolazione di 60 milioni". A Tgcom24 traccia un quadro chiaro della presenza nei confini nazionali degli insetti portatori dell'infezione Gianumberto Accinelli, entomologo di Eugea, riprendendo i dati dell'ultimo censimento di zanzara anofele, l'unica che trasmette malattia, nel Belpaese. "Sono davvero pochissime, persistenti in Sicilia e Toscana, ma non ci sono serbatoi di malaria nel territorio italico, - aggiunge, rispondendo al medico Roberto Burioni, che sempre a Tgcom24 ha chiesto l'intervento degli entomologi sulla vicenda. - L'unica arma contro tutte le zanzare resta la lotta biologica, che è necessaria, meglio se fatta da tutti, città, luoghi turistici e rurali, con prodotti naturali e non cancerogeni per l'uomo".
Che idea si è fatto su quanto accaduto alla piccola Sofia?
"E' un caso sporadico, raro, singolo, relegato pur nella sua drammaticità. Ma non si può parlare di allarme malaria in Italia. La malattia è stata debellata nel dopoguerra e negli anni Settanta l'Oms ha decretato il nostro Paese libero dall'infezione".
Ma esiste una zanzara autoctona italiana che pungendo porta la malaria?
"Esiste la zanzara anofele portatrice di malaria in Italia, ma è rarissima. Vive in acque molto pulite e in Italia, Paese molto inquinato, è praticamente impossibile che trovi il suo habitat: sicuramente non prolifera nei tombini delle città. Purtroppo, non è stato possibile eradicare questo insetto proprio perché autoctono. Anche sterilizzare il maschio, come accade nei Paesi dove la malaria è diffusa, sarebbe inutile qui per via della sua bassissima presenza. Paradossalmente è possibile, anche se difficile, eradicare gli insetti esotici piuttosto che quelli italiani: è davvero una battaglia persa".
L'allarme malaria è comunque infondato?
"L'ultimo censimento di zanzara anofele risale a sei anni fa: se ne contò un numero davvero esiguo, in particolare in Toscana e in Sicilia. I dati sono sicuramente da approfondire ma escludo che in questi anni la situazione sia completamente cambiata. La malattia resta rarissima, 600 casi l'anno su una popolazione di 60 milioni, anche per l'assenza di serbatoi. I ceppi di plasmodio, poi, sono tanti e diversi, solo alcuni virulenti. Il caso di Sofia è troppo raro per fare previsioni e assicurare che davvero sia stata una zanzara anofele a portarla alla morte".
In Veneto, dove Sofia ha soggiornato nel suo ultimo mese di vita, la sua presenza è attestata?
"Sì, anche se questa specie è davvero rarissima. Ma non dimentichiamo che gli insetti viaggiano e ogni anno registriamo nuovi ingressi in Italia e in tutto il mondo. Può valere dunque anche l'ipotesi di una valigia arrivata con la zanzara indesiderata proveniente da Africa o Sud America".
Ma gli immigrati tirati in ballo oggi c'entrano davvero qualcosa?
"Turisti e migranti portano la malattia. Io stesso ho lavorato ad Haiti: io non sono stato contagiato, ma altri miei colleghi che erano con me una volta rientrati in patria erano serbatoi di plasmodio. Globalizzazione e immigrazione, fenomeni storici e inevitabili nella storia dell'umanità, portano malattie ma ricordo sempre che i casi di malaria in Italia sono solo 600".
Come difendersi, comunque?
"Sicuramente, in linea generale, la gestione delle zanzare, vettori di diverse malattie infettive, è necessaria in città, campagna e nei luoghi turistici, attraverso la lotta biologica. Bisogna prestare attenzione soprattutto alla zanzara tigre: il clima sta cambiando diventando sempre più caldo e l'ambiente cittadino è perfetto per lei. Non esiste un sistema unico per combattere questi insetti, ma il metodo da usare è quello integrato, puntando contro le larve più che sulla disinfestazione adulticida. E poi non dimentichiamo che la zanzara è 'democratica': punge tutti e in un sottovaso possiamo trovare centinaia di larve".
Quali i rimedi, allora, anche per casa?
"Prodotti biologici al posto di quelli cancerogeni per l'uomo. C'è un enzima che soffoca le larve ed è molto efficace".