Avvisi di allerta anche per le Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise. A Milano 40 mm di pioggia in un'ora. Scuole chiuse in diversi Comuni della Toscana
Un'intensa perturbazione, di origine atlantica, porterà, dalle prime ore di giovedì 3, un nuovo peggioramento delle condizioni meteorologiche, con piogge e temporali su gran parte del centro-nord del Paese. Il Dipartimento della Protezione civile ha emesso un avviso di allerta rossa per l'Emilia-Romagna e arancione per Veneto, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise. Le precipitazioni saranno accompagnate da grandinate e forti raffiche di vento.
Allagamenti per la pioggia nel quartiere Ponte Lambro, a Milano. Lo comunica l'assessore comunale alla Sicurezza e Protezione civile, Marco Granelli, spiegando che "purtroppo non era stata emessa allerta di Regione Lombardia, ma sono caduti più di 40 mm di pioggia in un'ora". Sul posto la polizia locale. "Le piogge sono diminuite e quindi anche la fognatura dovrebbe riprendere ad assorbire", aggiunge Granelli.
I vigili del fuoco hanno effettuato alcune uscite per allagamenti di cantine, e la Polizia Locale ha chiuso parzialmente via Ondina Valla, in zona Romolo, e via Vittorini, a Ponte Lambro, nella periferia est, per allagamento. Anche in via Pompeo Leoni, in zona Sud, l'acqua era risalita dai tombini ma l'azione delle pompe ha eliminato, almeno per il momento, il problema. Nessun sottopasso è stato chiuso. Il fiume Lambro, salito rapidamente di un metro, si è poi stabilizzato. Il Seveso al momento non sarebbe critico.
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Si allunga l'elenco dei Comuni toscani che hanno disposto, in via precauzionale, la chiusura delle scuole. In particolare in provincia di Livorno niente lezioni anche a Piombino, Campiglia Marittima, Suvereto, Rosignano Marittimo, Bibbona, Collesalvetti, e all'Elba nei comuni di Portoferraio, Campo nell'Elba, Porto Azzurro, Marciana Marina. Nel Grossetano scuole chiuse anche a Massa Marittima, Gavorrano e Roccastrada. Nel Pisano stesso provvedimento a Montescudaio, Guardistallo e Casale Marittimo.
Sale l'allerta in Emilia-Romagna, soprattutto tenendo conto della vulnerabilità del territorio dopo l'alluvione del 19 settembre. Arpae e Protezione civile hanno diramato il codice rosso per criticità idraulica tra pianura bolognese, costa, pianura e bassa collina romagnola, dalle 12 del 3 a mezzanotte del 4 ottobre. Le piogge sono previste in intensificazione nel pomeriggio sulle aree appenniniche centro-orientali e sulla pianura romagnola. Possibili frane e innalzamento dei fiumi del settore centro-orientale che potrebbero assestarsi in ogni caso su soglia 2, cioè di criticità moderata.
A Bagnacavallo, il Comune più colpito dall'alluvione del 19 settembre in Romagna, si sta seguendo lo sviluppo del meteo con piogge importanti previste nel pomeriggio e il possibile innalzamento del livello dei fiumi. I volontari del gruppo comunale di protezione civile sono sul campo per supportare la popolazione delle zone colpite. Se si dovessero rendere necessarie delle evacuazioni, spiega il Comune, le ordinanze saranno emesse nel primo pomeriggio in modo da consentire alla popolazione di organizzarsi per tempo. I residenti di Traversara, Borghetto Traversara e nell'area di via Muraglione a Boncellino sono stati già preallertati con uno specifico avviso. I sacchi di sabbia sono stati distribuiti soltanto nelle zone critiche valutate dalla Protezione Civile.
Oltre ad alcune zone di Bagnacavallo, anche il Comune di Faenza (Ravenna) sta adottando provvedimenti per l'evacuazione precauzionale di Borgo Durbecco, area già alluvionata nei giorni scorsi, con l'invito alla popolazione ad andare, se ritenuto necessario, nell'area di accoglienza allestita al Palazzetto "Bubani". Proseguono anche le manovre idrauliche di abbassamento dei livelli dei canali di bonifica con riferimento al Canale Emiliano Romagnolo. L'invito alla cittadinanza, dice la Prefettura di Ravenna, è sempre quello di seguire le indicazioni delle autorità, evacuando la propria abitazione se richiesto e adottando le misure di autoprotezione, come ad esempio quella di spostarsi ai piani sopraelevati delle abitazioni e, in caso di impossibilità, lasciare le proprie case e recarsi nei centri di soccorso alla popolazione costituiti dai Comuni.