Fotogallery - Nubifragio su Milano, allagamenti
© Ansa | Allagamenti a Milano
© Ansa | Allagamenti a Milano
A causa della cementificazione e della "costrizione" sottoterra, il fiume riversa le propria portata dai tombini in media due volte e mezzo ogni anno. Ecco come e perché
La tremenda ondata di maltempo che si è abbattuta su Milano ha provocato l'ennesima esondazione del fiume Seveso. L'ultima prima di quella odierna risaliva al 15 settembre, in concomitanza con un'altra ondata di abbondanti precipitazioni. Dal 1975 ammontano a 118 le esondazioni che hanno interessato il corso d'acqua, che nasce a Como e che è stato interrato a causa della cementificazione. Per questo motivo il Seveso riversa le propria portata dai tombini in media due volte e mezzo ogni anno, provocando allagamenti e gravi disagi soprattutto nelle zone settentrionali milanesi di Niguarda e viale Fulvio Testi. Intanto il Comune di Milano ha annunciato la conclusione dei lavori della vasca di contenimento, aprendo l'iter dei collaudi.
© Tgcom24
"E qualcuno dice ancora che le vasche non servono", ha scritto su Facebook l'assessore alla Sicurezza e Protezione civile Marco Granelli, riferendosi alle vasche di contenimento delle piene del fiume. "La vasca di Milano è in collaudo, ma le altre, quelle di Regione Lombardia, sono indietro", ha aggiunto. Le dichiarazioni di Granelli sono state commentato dal presidente della Regione, Attilio Fontana: "Le vasche di laminazione saranno pronte, la prima verrà consegnata entro la fine di gennaio, la seconda entro marzo, stiamo rispettando i tempi".
Nella storia si contano centinaia di esondazioni in poco più di un secolo. In particolare, dal 1975 sono state segnalate 118 episodi, più di 20 solo dal 2010. Nel 2014 si susseguirono ben sei esondazioni consecutive in pochi mesi, concentrate nel periodo da luglio a settembre. Dalla metà degli Anni Settanta la frequenza di esondazione è impressionante: circa due volte e mezzo ogni anno.
Secondo quanto riferisce Regione Lombardia, sono diverse le cause delle limitazioni al deflusso del fiume. Innanzitutto va considerata la massiccia presenza di ponti, attraversamenti e restringimenti di sezione, che contribuiscono alla formazione di "rigurgiti" ed esondazioni durante eventi di piena anche di non particolare entità. Il territorio notevolmente urbanizzato, inoltre, ha fatto sì che il tratto terminale del Seveso diventasse fortemente confinato e tombinato, con conseguente impossibilità di adeguare l'alveo alle portate sempre maggiori del corso d'acqua. Un altro elemento "perturbante" riguarda le sezioni di deflusso, caratterizzate da un sistema di argini e sponde disomogeneo. Infine il Seveso rappresenta un punto di recapito delle reti di deflusso urbano.
© Ansa | Allagamenti a Milano
© Ansa | Allagamenti a Milano
Molto dipende insomma dal fatto che il Seveso, nel corso degli anni, è stato "confinato" sotto il livello stradale. Il fiume fa il suo ingresso nel territorio di Milano all'altezza del Parco Nord, in località Bresso, per poi riversarsi nelle acque del canale fognario e nel Naviglio Martesana, all'altezza di via Melchiorre Gioia. Ne consegue che in caso di precipitazioni abbondanti, il sistema fognario entra in sofferenza e il corso d'acqua non riesce a restare sotto terra e si riversa in superficie, nelle strade della città. "Tecnicamente il Seveso non esonda, perché non esce dal suo alveo, ma rigurgita", ha spiegato Mattia De Amicis, docente di Geologia ambientale all'Università Bicocca.
Il torrente Seveso nasce in provincia di Como, non lontana dal confine svizzero. Da lì si sviluppa scende la Pianura Padana e interessa diversi centri della Brianza, per sfociare infine nel Naviglio della Martesana a Milano. La superficie totale del bacino è di circa 227 chilometri quadrati, 100 dei quali si snodano in aree urbane. La particolarità del Seveso è legata anche al suo ambito idrografico, detto del Lambro-Olona. Si tratta di un caso più unico che raro nel bacino del Po, la cui totalità dei corsi d'acqua che vi corrono presentano una conformazione consolidata con capacità di deflusso progressivamente inferiore da monte verso valle. Tutti questi corsi d'acqua convergono verso il territorio di Milano, città e hinterland, rivelando criticità importanti. Gli alvei, infatti, sono caratterizzati da molteplici punti "ciechi", in cui le capacità di smaltimento e di ritorno risultano inadeguati.