Fotogallery - Toscana tra danni e allagamenti, una tromba d'aria a Fregene
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Ennesima notte di paura, la conta dei danni non si ferma. Il ministro Musumeci: "Bisogna investire nella prevenzione"
Ancora forti piogge sulla Toscana duramente colpita dal maltempo, ma la perturbazione ormai è passata, lasciando una scia di devastazione. I vigili del fuoco lavorano senza sosta: nelle province di Firenze, Pisa, Pistoia, Livorno e Prato, compiuti 4.750 interventi. Cresce la conta dei danni: "Vedo in mezzo miliardo la cifra degli interventi che dovranno essere fatti sull'area Firenze-Prato-Pistoia, poi c'è da quantificare anche ciò che è avvenuto a Pisa e Livorno", dice il governatore Giani. "Il rischio zero non esiste, ma prevenire è meglio di ricostruire", ha detto il ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci.
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Proseguono in Toscana le operazioni di soccorso a seguito dell'ondata di maltempo che nei giorni scorsi ha interessato tutto il territorio regionale. Particolarmente colpite le province di Firenze, Pisa, Pistoia, Livorno e Prato, dove i vigili del fuoco hanno portato a termine 4.750 interventi. Le squadre operative sono attualmente impegnate per la ricerca dispersi, la messa in sicurezza di zone colpite da frane e smottamenti, in operazioni di prosciugamento di aree allagate e per assistenza alla popolazione. Oggi il dispositivo di soccorso del Corpo nazionale è formato da 548 unità che stanno operando nei soccorsi con 125 automezzi.
"Prevenire, prevenire e prevenire. Sempre meglio che ricostruire, ricostruire, ricostruire". Lo dice in un'intervista a Qn il ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci. "Il rischio zero non esiste, la natura è superiore a qualsiasi forza - spiega -. L'uomo, però, può ridurne gli effetti". Per farlo servono due tipi di interventi preventivi, uno "è strutturale, dotando il territorio fragile delle infrastrutture per fronteggiare i rischi: bacini di laminazione, consolidamento degli argini, periodica pulitura degli alvei di fiumi e torrenti, anche se asciutti. E una pianificazione urbanistica che non faccia costruire nei pressi di un'asta fluviale". L'altro tipo di prevenzione consiste nel coinvolgimento delle comunità: "In Italia, se parliamo di evacuazione anche in piena calamità, molti si rifiutano di lasciare la propria casa. Una tara antropologica, chiamiamola così, che riguarda tutti. L'Italia non è un Paese adatto alla prevenzione".
L'obiettivo di Musumeci è "di affidare al Sistema nazionale di protezione civile anche il compito della previsione e della prevenzione del rischio, anche strutturale". Si è già predisposto "un disegno di legge per fare ordine nella fase della ricostruzione dopo le calamità". Poi un ulteriore Ddl, "quasi pronto, contrasta il dissesto idrogeologico". Infine serve "un soggetto unico che definisca con le Regioni un piano di interventi antisismici, nel costruito pubblico e privato". Per quanto riguarda i fondi "a parte le risorse già distribuite nell'ultimo decennio e non spese, d'intesa con il ministro Fitto abbiamo messo a disposizione delle Regioni 800 milioni del Pnrr per interventi contro il dissesto" e "altri 150 milioni circa sono stati stanziati, d'intesa con l'Interno, per i Comuni inferiori ai 5.000 abitanti".
"A grandi linee, per poter chiedere lo Stato di emergenza, io avevo quantificato in circa mezzo miliardo la conta dei danni, ma poi quando andiamo a guardare cosa si è perso nei capannoni, nei luoghi di lavoro sommersi dall'acqua, questa cifra sale". Lo ha detto il presidente della Regione, Eugenio Giani. Per Giani occorre "cambiare anche la nostra cultura. Per esempio, ci sono state molte politiche sulla decisione che martedì scorso, due giorni prima, ha preso il sindaco di Livorno Salvetti, sulla base dell'allerta arancione che è un'allerta molto grave, di chiudere le scuole; si è gridato all'allarmismo. Dobbiamo renderci conto che noi abbiamo una spada di Damocle sulla testa, che è la delicatezza e la fragilità ambientale, su cui noi dobbiamo misurare comportamenti di responsabilità e comprensione, che non è qualcosa di marginale ma di fondamentale".
Per il presidente della Regione "la situazione più difficile è quella che coinvolge nove comuni, nella piana fra Firenze, Prato e Pistoia, da Campi Bisenzio sino a Serravalle. Arriva il momento in cui l'acqua rivuole i suoi spazi, a danno e a dramma di un territorio che ha visto sette morti e dispersi, e la distruzione di piccole e medie imprese che fanno la forza economica della Toscana; ieri con l'unità di crisi valutavamo che ci sono almeno 44mila utenze Tari, fra imprese e famiglie, che in questo momento sono con le mani nel fango per togliere dalle abitazioni e dagli scantinati tutto quello che è stato distrutto. Sarà fondamentale dunque, stare vicino a queste persone e incidere nella ricostruzione".
Migliaia di persone del sistema di Protezione Civile stanno intervenendo su Campi Bisenzio tra colonna mobile regionale, Dipartimento nazionale di Protezione civile e delle altre regioni d'Italia (Calabria, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Umbria e Valle d'Aosta). Lo rende noto la Regione Toscana. È previsto in una seconda fase anche il supporto di Campania, Emilia-Romagna, Basilicata e Liguria. Da evidenziare, spiega una nota, la collaborazione di Anpas, Federazione delle Misericordie, Croce rossa italiana, vigili del fuoco, gestori dei servizi essenziali, forze dell'ordine, armate, e di polizia. Proseguono anche i lavori del consorzio di bonifica Medio Valdarno sui fiumi dei territori della Piana di Firenze-Prato-Pistoia, Val di Sieve, Mugello, Val di Bisenzio, Ombrone Pistoiese, i più interessati dalle criticità.
Continua il lavoro dei quasi 800 tecnici Enel e imprese di manutenzione per risolvere i problemi di energia elettrica: sono circa 1.100 le utenze disalimentate in Toscana. Lo comunica sui social il presidente della Regione, Eugenio Giani.
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Per liberare le zone alluvionate dal fango, la Regione Toscana "sta cercando di attivare un modello di contrattualizzazione tramite il gestore dei rifiuti di tutti gli autospurghi, in modo da coordinarli ed evitare speculazioni su questo servizio". Lo riporta una nota in cui si specifica che "sarà centrale il ruolo di Alia". Il fango è il problema maggiore che si sta presentando mentre via via si ritira l'acqua delle alluvioni. Oltre ai danneggiamenti diretti a seminterrati e piani terreni, con arredi, macchinari e altro da buttare via, resi inservibili, il fango si compatta e ostruisce le fognature, impedendo un più veloce deflusso delle acque.
È fermo a 7 il bilancio dei morti per il maltempo che ha colpito la Toscana il 2 novembre. L'ultima vittima, Gianni Pasquini, 69 anni, è stata ritrovata in un campo di mais a Campi Bisenzio (Firenze), il territorio tra i più colpiti da questa ondata, dove sono finiti sott'acqua 800 ettari di territorio. Ancora disperso invece un 84enne a Prato: la vettura che guidava, tornando a casa, è stata trovata accartocciata in un terreno alluvionato ma dell'uomo nessuna traccia.
Il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, a margine di un incontro a Prato con istituzioni e aziende danneggiate, ha detto: "Siamo qui per dare un messaggio di solidarietà da parte del governo alla gente di Toscana colpita da questa tremenda alluvione" con "azioni concrete. Per questo il ministero degli Esteri ha messo a disposizione 100 milioni a fondo perduto per le aziende che esportano e hanno il 3% di export nel fatturato. Previsti altri 200 milioni di prestiti agevolati in aggiunta e sarà decisa la moratoria per le rate dei prestiti Sace", inoltre l'Ice "agevolerà la presenza delle aziende colpite alle fiere internazionali".