EVOLUZIONE E SOPRAVVIVENZA

I mammiferi maschi (di solito) non allattano: la matematica spiega il perché

Lo studio su "Nature Communications": se ad allattare è un solo genitore si riduce il rischio di trasmissione di microbi pericolosi. Se a farlo è il genitore che partorisce il neonato corre ancora meno pericoli

02 Lug 2024 - 17:22
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Un modello matematico spiega perché nei mammiferi ad allattare la prole è un solo genitore e - a parte delle eccezioni come i pipistrelli - di solito a farlo è la femmina. Meno persone allattano, minore è il rischio di diffusione di microbi: in estrema sintesi l'evoluzione ha portato a questo.  A ipotizzarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications e condotto dai ricercatori dell’Università britannica di York.

Il concetto principale è che essere allattati da un solo genitore dimezza i rischi di ricevere microbi che possono far male. Inoltre, se a farlo è chi ha avuto già il nascituro in pancia il pericolo si riduce ulteriormente dato. Quindi la gravidanza e il parto implicano già un'inevitabile trasmissione di microbi dalla madre al nascituro. Con l'allattamento dalla stessa persona, dunque, il rischio rimane pressoché stabile. Se fosse possibile ricevere il latte dall'altro genitore questo aumenterebbe. Oggi questo riguarda chiunque porti avanti la gravidanza e partorisca, quindi anche gli uomini transgender, ma in sostanza il modello matematico spiegherebbe così perché l'evoluzione abbia scelto per l'allattamento chi è nato di sesso femminile e non maschile.

“Quando entrambi i genitori sono coinvolti nell’alimentazione, la possibilità che un microbo venga trasmesso e prenda piede in una popolazione è sostanzialmente raddoppiata - specifica uno degli autori, George Constable - . Quindi la nostra teoria suggerisce che la selezione contro la trasmissione di microbi dannosi attraverso il latte materno potrebbe essere un’ulteriore pressione selettiva a sfavore dell’allattamento maschile”. Secondo il nuovo modello matematico, quindi, la trasmissione del microbioma del latte da entrambi i genitori consentirebbe ai microbi dannosi di diffondersi. L'allattamento esclusivamente materno agisce come una sorta di setaccio. “Siamo rimasti affascinati da questo argomento quando abbiamo osservato le scimmie gufo" racconta Constable. I padri, in questa specie, si occupano dell’80-90% della cura dei cuccioli, che restituiscono alle loro compagne solo per l’allattamento. 

Oltre alla matematica c'è la logica. Gli studiosi hanno dedotto il motivo della "scelta" della femmina. "Durante l'evoluzione i mammiferi - prosegue Constable - hanno adottato un metodo per limitare la diffusione di elementi potenzialmente dannosi. In particolare, negli esseri umani il Dna mitocondriale viene trasmesso esclusivamente dalla madre. Questo meccanismo funge da filtro naturale, perché mantiene l’integrità genetica sopprimendo la proliferazione di mutazioni dannose".

Per quanto riguarda il latte, i microbi che contiene di per sè non sono nocivi. "È la loro presenza e abbondanza che detta la salute generale del microbioma intestinale. Un attore sbagliato nella fase iniziale della vita di un animale potrebbe cambiarlo in un momento cruciale”, spiega un altro autore, Brennen Fagan. Il latte materno è infatti una sostanza viva che svolge un ruolo fondamentale nel determinare il microbioma dei mammiferi, ossia di quell'ecosistema che comprende batteri, virus e funghi, insieme al loro materiale genetico. Questo ecosistema - e quindi anche i microbi - svolge "un ruolo cruciale per la salute, dando protezione contro le malattie, aiutando la digestione del cibo e in molti altri modi ancora che stiamo scoprendo solo ora", conclude Fagan.

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