L’incidente è avvenuto in un punto, dove è vietato tuffarsi, ma tanti giovani lo continuano a fare per farsi riprendere con i cellulari
Avvisi di pericolo, divieti, cancellate, ordinanze del sindaco. Nulla riesce a fermare il tuffo proibito nel lago di Como dalle gallerie del Moregallo di giovani in cerca dello scatto perfetto da postare sui social. La voglia di adrenalina ha fatto un'altra vittima a Mandello del Lario: un 26enne originario dell’Ecuador e residente a Milano, che sabato sera si è buttato in acqua e non è più riemerso. Il corpo è stato recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco.
Jean Carlos Falconi Zambrano era arrivato a Mandello con alcuni amici per trascorrere un sabato sera diverso. Alle 19.30 si è tuffato da una finestra della galleria chiusa al traffico e considerata "maledetta", perché è già costata la vita ad alti giovani. Gli amici, che erano pronti a immortalarlo con il cellulare, hanno dato l’allarme e chiesto l’intervento dei soccorsi, quando hanno visto che il 26enne non riemergeva più. I sommozzatori dei vigili del fuoco hanno trovato il ragazzo sul fondale a circa venti metri di profondità.
Non è la prima vittima - Jean Carlos Falconi Zambrano è la quarta vittima nel lago nel Lecchese in una settimana. "Mandello è uno dei paesi più facili da raggiungere sia in treno sia in auto - ha spiegato il sindaco Mandello, Riccardo Fasoli -. I ragazzi arrivano soprattutto dal Monzese e dal Milanese. Ho fatto anche un’ordinanza per impedire questi tuffi, ma i giovani che arrivano al Moregallo sono in continuo aumento. La zona ormai è conosciuta per questa attività proibita. Si buttano senza conoscere i rischi e sottovalutando il grave pericolo, spesso mentre qualche amico è pronto a filmare il salto nel lago, magari per poi condividerlo sui social".