In duomo il funerale del giovane nigeriano morto dopo una colluttazione con un ultrà di destra
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Addio a Emmanuel Chadi Namdi, il 36enne nigeriano morto a Fermo dopo una colluttazione con un ultrà, tra i canti e i colori della sua terra africana, l'abbraccio delle istituzioni dello Stato, il pianto straziante e inconsolabile della sua compagna Chinyere. Pieno il Duomo di Fermo: oltre alla presidente della Camera Laura Boldrini, al ministro Maria Elena Boschi, tanti rappresentanti delle associazioni di volontariato, ma anche gente comune.
La vedova sviene durante il funerale - Contro le forme barocche della chiesa, spiccano i rossi e i neri degli amici del seminario arcivescovile, con fasce rosse sulla fronte in segno di lutto come si usa in varie parti dell'Africa. Abito e fazzoleto bianco per Chinyere, la 24enne giunta in Italia con Emmanuel e a lui legata da una promessa di matrimonio.
Intorno a lei le piccole Sorelle Jesu Caritas, che l'assistono e le fanno aria. Ma la tensione è troppa per la giovane donna, che sviene, proprio nel momento di scambio del segno di pace e viene portata fuori: dopo qualche minuto soccorsa in una ambulanza rientra in chiesa e rimane sino alla fine della cerimonia.
Le parole degli amici di Emmanuel - Il rito è quello tradizionale per i funerali della chiesa cattolica, ma arricchito alla fine da uno spazio dedicato agli amici e ai conterranei di Emmanuel. Che prima leggono in francese e in inglese passi degli Apostoli, poi li parafrasano: "Nessuno uomo nasce per sé e vive per sé, tutti viviamo in Dio. E' Dio che ci ha fatto bianchi e neri, siamo di colori diversi, ma nelle nostre vene scorre lo stesso sangue".
E' il momento più commovente che molti in chiesa seguono con le guance rigate di lacrime, fino ad un applauso finale quando i ragazzi concludono "Emmanuel poteva morire nel Mediterraneo, se è morto qui, 7 mesi dopo, in Italia, è la volontà di Dio. Sia fatta la volontà di Dio, che Dio vi benedica", prima di intonare canti tradizionali con tamburi e altri strumenti esotici.
Poi è la volta di un gruppo di donne dagli abiti coloratissimi, alcune sono religiose. Anche loro cantano vari inni e alla fine si lanciano in una trascinante versione di "When the saints go marchin'in" che viene intonata da tutta la gente raccolta in chiesa. Una di loro legge un messaggio del presidente della Nigeria al presidente Sergio Mattarella.
Monsignor Conti: "E' la divisione che uccide" - "Mi dà fastidio quando i media definiscono" i migranti "disperati. Ma quando mai? Noi lo siamo, non loro. Noi rischiamo di uccidere la loro speranza. E' la divisione che uccide, non questo o quel fratello della comunità". Così l'arcivescovo Luigi Conti durante la celebrazione dei funerali. "Avevo chiesto un po' di silenzio durante la veglia di preghiera" per Emmanuel "ma non sono stato ascoltato soprattutto dai media", ha detto l'arcivescovo. "Forse - ha aggiunto - i media rispondono a criteri e norme differenti". "Adesso vi chiedo la fede", ha esortato l'arcivescovo: "se ne avete poca mettetecela tutta. Chi ne ha tanta aiuti chi ne ha di meno".
Don Albanesi: "Anche aggressore è vittima: non è stato aiutato a controllare la sua istintività" - Un pensiero è stato rivolto anche all'aggressore di Emmanuel: "E' una vittima e se qualcuno lo avesse aiutato a controllare la sua istintività e la sua aggressività avrebbe fatto bene". Lo ha detto monsignor Vinicio Albanesi. "Noi perdoniamo tutti, noi accogliamo tutti", ha quindi aggiunto sempre riferendosi a Amedeo Mancini, il 39enne ultrà fermato per omicidio preterintenzionale.
Boldrini: "Fermo non è una città razzista" - "E' da rimandare al mittente l'accusa che Fermo sia una città razzista". Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini arrivando in città per partecipare ai funerali del migrante ucciso. "Siamo qui per dire no al razzismo" ha aggiunto e perché è necessario "non lasciare sole le comunità". La presidente ha poi aggiunto: "Dire "scimmia africana" a una donna non può essere derubricata come battuta. E' una frase da rinviare al mittente".