Giuseppe Giacconi non si era più dato pace per aver causato la morte dello sportivo e ha smesso di combattere il suo tumore. Sindaco e cardinale avevano espresso solidarietà per il suo dolore.
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E' morto l'uomo che investì il ciclista Michele Scarponi. Giuseppe Giacconi da quel 22 aprile dell'anno scorso non si è più ripreso dal trauma di aver causato la morte dello sportivo e ha smesso di combattere il suo tumore. Chi lo conosce racconta che non si era più dato pace dopo quella tragedia, nonostante i suoi concittadini, il sindaco di Filottrano e il cardinale Menichelli avesse espresso parole di solidarietà per il suo dolore.
Un peso insopportabile - Come riporta Cronachepicene.it, l'uomo forse non riusciva a sopportare il peso di aver strappato il ciclista 37enne ai suoi familiari e ai suoi tifosi. I due riposeranno nello stesso cimitero e con la morte dell'unico indagato si estingue anche il procedimento penale.
L'incidente - La mattina del 22 aprile 2017, Scarponi si sta allenando nelle strade nei pressi di casa sua per prepararsi all'imminente Giro d'Italia, quando Giuseppe lo investe e uccide con il suo furgone. L'uomo ha sempre sostenuto di non avere visto lo sportivo, del quale era anche tifoso.