CASO CHIUSO

Migrante ucciso a Fermo, ultrà patteggia 4 anni di carcere

Per la morte del profugo nigeriano cade l'aggravante dei futili motivi, ma resta quella razziale. La vedova, invece, ha deciso di rinunciare a qualsiasi pretesa risarcitoria

19 Gen 2017 - 15:57

L'’accordo raggiunto nel dicembre scorso tra la difesa e la procura sul caso di Emmanuel Chidi Namdi, il 36enne nigeriano ucciso durante una rissa dall'ultrà Amedeo Mancini, lo scorso 5 luglio, è stato ratificato dal tribunale di Fermo. Mancini ha patteggiato, infatti, una pena di quattro anni mentre la vedova riceverà 5mila euro per il rimpatrio in Nigeria della salma del marito.

La condanna Alla pena di quattro anni si è arrivati partendo dal minimo previsto dal codice, cioè dieci anni. Delle tre aggravanti contestate (recidiva, motivi abietti e futili e aggravante razziale), ne sono state eliminate due (recidiva, motivi abietti e futili). E' stata riconosciuta, dunque, l’attenuante della provocazione e mantenuta l’aggravante razziale, ma "con una rilevanza concreta poco più che simbolica", hanno spiegato gli avvocati di Mancini.

L'uomo sconterà i quattro anni agli arresti domiciliari con possibilità di uscire otto ore al giorno per lavorare. Invece la vedova di Emmanuel Chidi Namdi, Chinyere, ha rinunciato a qualsiasi pretesa risarcitoria tramite un’azione civile, a fronte del pagamento dell’unica somma di 5mila euro richiesta per il rimpatrio in Nigeria della salma del marito. Ha anche ottenuto l’assicurazione che Mancini non l’avrebbe denunciata per le dichiarazioni false circa la dinamica dei fatti da lei rilasciate alla polizia giudiziaria dopo la rissa.

La storia di Namdi Emmanuel Chidi Namdi aveva chiesto asilo in Italia dopo essere scappato dalla Nigeria, con la compagna incinta, a causa dell’avanzata dell' organizzazione terrorista Boko Haram. Namdi e la compagna erano arrivati in Italia attraverso la Libia ma durante la traversata, la donna era stata picchiata e aveva abortito. A Fermo i due si erano sposati, ma non avendo i documenti il matrimonio non era stato formalizzato. Poco tempo dopo, il 5 luglio 2016, ci fu la collutazione con Mancini, nata dopo che quest'ultimo aveva insultato sua moglie, in cui perse la vita.

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