Nuovo sopralluogo nella casa degli orrori. Martedì l'udienza di convalida per l'arresto di Desmond Lucky e Lucky Awelima, fermati sabato
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L'inchiesta sulla morte di Pamela Mastropietro prosegue e, scrive il quotidiano Il Resto del Carlino, ci sarebbe un quarto indagato. L'ultimo ad essere stato iscritto nel registro sarebbe nigeriano, come le altre tre persone sotto accusa. L'avvocato del quarto indagato è stato invitato ad assistere agli accertamenti tecnici irripetibili eseguiti dai carabinieri del Ris nella casa dove la ragazza sarebbe stata uccisa.
Al nuovo sopralluogo nell'abitazione, a Macerata, partecipano, oltre agli investigatori, i legali dei tre fermati (Innocent Oseghale, Desmond Lucky, Lucky Awelima), e i loro consulenti. A tutti quanti la Procura contesta le accuse di concorso in omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere, e spaccio di stupefacenti.
Martedì udienza di convalida per Lucky e Awelima - Durante la convalida dell'arresto di Oseghale, il gip aveva escluso l'accusa di omicidio. Per gli altri due, Lucky e Awelima, l'udienza di convalida è prevista per martedì alle 14 nel carcere di Montacuto ad Ancona.
Si indaga su messaggi e impronte e altri rilievi sul corpo - L'inchiesta si sposta sempre più sul fronte tecnico e di laboratorio: si cercano contatti, messaggi e impronte per escludere che i tre abbiano avuto altri complici. E ulteriori accertamenti verranno svolti dagli uomini del Ris anche sul corpo della vittima: dall'autopsia sono emerse ferite al fegato e alla testa, compatibili con l'accusa di omicidio, ma non è stato possibile definire le responsabilità di ognuno dei tre fermati, né accertare se Pamela sia stata violentata prima di essere uccisa, o se abbia assunto dosi di droga tali da provocare una overdose.Per avere certezza degli stupefacenti assunti dalla vittima bisognerà attendere i risultati delle analisi tossicologiche che arriveranno nei prossimi giorni.
Rilievi anche sull'auto del tassista camerunense - Sempre martedì verranno effettuati anche una serie di rilievi sull'auto del tassista camerunense che per primo denunciò Oseghale. Nel suo taxi era salito il nigeriano con i due trolley che contenevano il corpo dilaniato della vittima per allontanarsi da Macerata e liberarsene. Dopo il ritrovamento del cadavere, il tassista, che conosceva Oseghale, si presentò dagli inquirenti per denunciarlo.