Si era allontanata volontariamente dalla struttura in cui era ospite la ragazza il cui corpo è stato trovato smembrato nel Maceratese. I dirigenti del centro: "Non possiamo usare la forza"
Quando Pamela Mastropietro ha deciso di allontanarsi dalla comunità Pars di Corridonia (Macerata), gli operatori hanno tentato in tutti i modi dissuaderla. Sono i dirigenti della struttura a precisarlo dopo che "sulla stampa è stato sollevato il sospetto di una scarsa vigilanza" sulla 18enne, il cui corpo smembrato è stato trovato nelle campagne del Maceratese.
"Abbiamo cercato di fermarla" - Il suo allontanamento volontario, dicono, "è stato prontamente rilevato dai nostri operatori, uno dei quali ha seguito a piedi la ragazza e ha cercato in tutti i modi di dissuaderla dal suo intento, offrendole anche di parlare con la famiglia e, in extremis, di accompagnarla alla stazione".
La nota diffusa dalla comunità, dove la ragazza era in cura per problemi legati alla tossicodipendenza, spiega ancora: "Visto che Pamela continuava ad allontanarsi, ferma nell'idea di non tornare indietro, l'operatrice si è recata rapidamente a recuperare un'auto per cercare di farla salire con sè. Ritornata sul posto, la ragazza era scomparsa, probabilmente avendo recuperato un passaggio da qualche automobilista".
A questo punto, dice il comunicato, è subito scattato l'allarme. "Sono stati informati tutti i familiari a noi noti (mamma e nonna) - dicono alla comunità -, i servizi competenti e i carabinieri di quanto accaduto".
"Non possiamo usare la forza con i nostri ospiti" - Il comunicato specifica infatti che "la nostra struttura non ha carattere di contenimento coatto e non può impedire con la forza la permanenza dell'ospite che vuole abbandonarla. Comprendiamo e condividiamo appieno i sentimenti di dolore della mamma e la sua ricerca di chiarezza e giustizia e confidiamo pienamente negli organi inquirenti perché facciano rapidamente piena luce sui fatti accaduti".
Il tassista: "L'ho portata ai giardini e l'ho vista andare via con il nigeriano" - Dalle testimonianze raccolte, pare che sia un tassista peruviano l'ultima persona che ha visto Pamela prima della morte. Il "Messaggero" scrive che l'uomo ha detto di averla caricata sul suo taxi martedì mattina alla stazione di Macerata. "Mi ha detto di portarla ai giardini. Ha pagato 7 euro ed è scesa davanti alla rotonda. Non c'era nessuno ad aspettarla. Stava bene, era lucida e sorridente". Il tassista ricorda di averla incontrata poco dopo "in via Spalato, quasi davanti alla palazzina dove è stata uccisa". L'ha vista entrare in farmacia e poi incontrarsi con il nigeriano. Anche il farmacista ricorda quella ragazza con i capelli lunghi, arrivata da lui martedì mattina alle 11. Ha comprato una siringa da 20 centesimi. Quella, dice, che "viene usata di solito per droghe, crack e altre sostanze".
"All'uscita del negozio -, ricorda invece il tassista -, ho visto Pamela e il nigeriano andare via insieme. Lui camminava davanti. Poi sono entrati nel vialetto verso l'abitazione di via Spalato". Il tassista ricorda che "camminavano separati", sono entrati nella palazzina immersa nel verde, dove Pamela è sparita dietro allo spacciatore. Il giorno dopo, il peruviano legge sui giornali della scomparsa di Pamela, vede la foto di lei e va subito dai carabinieri a raccontare tutto. Poco dopo, la scoperta della tragica fine della diciottenne.