Si scava vicino all'Hotel House, palazzone multietnico regno di degrado e di spaccio. Tra questi resti, si presume di migranti irregolari "invisibili", forse anche quelli di una 15enne scomparsa nel 2010
© carabinieri
Sarebbero una ventina le ossa o pezzi di ossa, tra cui un cranio, forse appartenenti a quattro o cinque cadaveri, ritrovati in vari punti tra cui un pozzo, durante gli scavi compiuti nei pressi di un casolare abbandonato nei dintorni dell'Hotel House di Porto Recanati (Macerata). Una specie di cimitero degli orrori scoperto vicino al grattacielo multietnico dove abitano oltre 2mila persone, al centro di numerose indagini per spaccio di droga.
Lo hanno scoperto gli investigatori con l'aiuto dei vigili del fuoco che scavano nella zona dopo il ritrovamento di altre ossa. Una delle ipotesi degli investigatori - le indagini sono svolte dalla polizia coordinata dal pm di Macerata Rosanna Buccini - è che i cadaveri possano appartenere a migranti irregolari "invisibili", uccisi senza che nessuno ne abbia recriminato il corpo.
Dentro il pozzo, sono stati trovati anche una scarpa bianca, brandelli di foulard e di maglia: elementi che portano gli inquirenti a sospettare che parte dei resti appartenga a Cameyi Mossamet, la 15enne bengalese scomparsa da Ancona la mattina del 29 maggio 2010, otto anni fa, quando non arrivò mai alla scuola media "Marconi".
Le tracce seguite dagli investigatori, portarono all'Hotel House dove la stessa potrebbe essersi recata con un amico del cuore allora 19enne: la ragazzina non venne mai ritrovata e l'inchiesta non aveva portato ad alcun esito. Solo l'esame del Dna potrà dare risposte sull'identità di quei resti esaminati dai medici legali Roberto Scendoni e Mariano Cingolani.