Sei giovani sono finiti in carcere con l'accusa di omicidio preterintenzionale. In manette anche un ricettatore. Decine i colpi, bottino da 15mila euro al mese
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Arrestate sette persone per la strage alla Lanterna Azzurra di Corinaldo dove, tra il 7 e l'8 dicembre, morirono 6 persone. In carcere, accusati di omicidio preterintenzionale e lesioni, sei ragazzi tra i 19 e i 22 anni e un ricettatore, tutti residenti nel Modenese: per gli inquirenti farebbero parte di una banda dedita alle rapine in discoteca spruzzando spray al peperoncino. I colpi sarebbero almeno 60, per un bottino da 15mila euro al mese. Sui loro social insulti alle forze dell'ordine.
La Procura: "Banda di rapinatori seriali, colpi anche dopo la strage di Corinaldo" - I sei ragazzi arrestati, accusati di omicidio preterintenzionale, sarebbero responsabili di decine di furti. I giovani, è stato chiarito nella conferenza stampa dal procuratore di Ancona, Monica Garulli, erano in contatto con il ricettatore, arrestato con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al furto. La banda avrebbe inoltre continuato a colpire anche dopo la strage di Corinaldo. L'aver continuato ad agire come se l'8 dicembre a Corinaldo non ci fossero stati dei morti e decine di feriti è "indicativo dell'indole criminale" dei sei arrestati, ha spiegato il procuratore. "Si tratta - ha precisato - di un gruppo di giovani fra i 19 e i 22 anni che, in maniera sistematica, si dedicava a commettere furti sfruttando le situazioni di assembramento ed eventi musicali. Lo spray urticante era usato come arma impropria anche per rendere più facile lo scippo o facilitare la fuga".
Da quanto ricostruito dagli inquirenti, i sei con una cadenza "quasi settimanale" compivano i furti e le rapine. "Agivano con una certa stabilità e continuità' - ha aggiunto Garulli - Non c'era un capo e i ruoli erano sostanzialmente intercambiabili". Dalle indagini è emerso inoltre che la banda si metteva in contatto con il ricettatore anche prima di entrare in azione, in modo da avere "la garanzia di monetizzare subito il provento di queste attività".
Dna di un arrestato trovato sulla bomboletta spray - Sulla bomboletta vuota di spray urticante ritrovata a Corinaldo dopo la strage è stato rinvenuto il Dna di uno dei sei arrestati dai carabinieri per omicidio preterintenzionale. Elementi utili alle indagini sono arrivati anche da celle telefoniche. Mentre nella discoteca si scatenava il panico per gli spruzzi di spray al peperoncino, la banda ne approfittava per rapinare una persona che stava soccorrendo un ragazzo caduto nella calca.
Per la banda 15mila euro al mese, indagini su un "colpo" a Disneyland - Grazie alle rapine compiute la banda di giovanissimi riusciva a mettersi in tasca circa 15mila euro al mese. E' quanto hanno accertato gli investigatori che stanno ora indagando su tutta un'altra serie di episodi analoghi avvenuti in 60 locali del Centro-Nord e anche all'estero: uno dei colpi è infatti stato realizzato a "Chessy", presso il parco divertimenti Disneyland, in Francia.
E proprio per il colpo a Disneyland, in cui avevano rubato alcune collane, due dei 6 giovani della banda erano stati arrestati in Francia il 6 luglio. I due, Moez Akari e Andrea Cavallari, erano con 2 ragazze: i 4 sono stati bloccati e, dopo esser stati processati davanti al giudice di Chessy con il rito direttissimo, sono stati rilasciati. Il 9 luglio, dice ancora il Gip, "sono rientrati in Italia ed hanno ripreso la loro attività illecita".
Strage Corinaldo, su Fb uno degli arrestati: "Sbirri figli di p..." - Uno degli arrestati, Ugo Di Puorto, 19enne nato ad Aversa e residente a San Prospero (Modena), si fa chiamare Hugo su Facebook e come immagine di copertina ha la scritta "ACAB", ovvero "All Cops Are Bastards". In un post pubblicato il 16 luglio il suo odio per le forze dell'ordine si palesa con un commento "Sbirri figli di p...".