"Tutta Ussita è in area protetta, questo vuol dire che la ricostruzione non si farà mai", ha detto Marco Rinaldi
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Il sindaco del paese terremotato di Ussita (Macerata), Marco Rinaldi, si è dimesso dopo l'ufficializzazione del sequestro del camping "Il Quercione", dove da anni sono posizionate 5 "mobil house" e un prefabbricato in legno, in quanto realizzati nell'area protetta del Parco dei Sibillini. "Tutta Ussita è in area protetta, questo vuol dire che la ricostruzione è impossibile, non si farà mai", ha dichiarato Rinaldi.
"L'impossibilità di ricostruire Ussita e gli altri Comuni situati all'interno del Parco - ha detto Rinaldi - diviene una certezza ove non muti il quadro legislativo che tuteli, in un ambito di straordinaria gravita' come quello che ci coinvolge, anche la presenza umana inserita nell'ambiente naturale".
Rinaldi ha parlato di una "situazione stagnante, nella quale non intendo più trovarmi, e non intendo far trovare i miei concittadini, garantendo che la mia battaglia per difendere i loro diritti e per cercare di aiutarli ad uscire dal grave stato di disagio e di abbandono in cui versano continuerà con ancora maggiore incisività".
Il camping posto sotto sequestro è una vecchia struttura degli anni Novanta, già oggetto di sanatoria, e attualmente non ospita sfollati del terremoto, tutti trasferiti sulla costa, anche se alcuni in questi mesi avevano sistemato lì beni personali nei container. "Queste persone piangevano, quando sono arrivate le forze di polizia a mettere i sigilli", ha raccontato Rinaldi.
La procura, che ha chiesto e ottenuto dal Gip il sequestro, gli contesta di aver consentito l'installazione delle mobil house e del gazebo in legno, oltre all'esecuzione di scavi, "in una zona asseritamente vincolata da inedificabilità assoluta per essere inserita in area vincolata paesaggisticamente. Zona R4, e all'interno del Parco dei Monti Sibillini".
"Sull'operato della magistratura, a cui ribadisco piena fiducia, non ho nulla da osservare, salvo affermare che mi difenderò nelle opportune sedi, non ritenendo che possa ravvisarsi alcuna mia responsabilità penale", ha aggiunto Rinaldi. La vicenda però diventa "oltremodo preoccupante se la si valuta sotto il profilo amministrativo della ricostruzione post terremoto".