Tornado caduti, Aeronautica conferma: trovato il corpo di Mariangela Valentini
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Ascoli, i cadaveri dei due piloti che ancora mancavano all'appello sono stati rinvenuto dalle squadre del Soccorso Alpino in località Poggio Anzù
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Sono stati ritrovati, in località Poggio Anzù i resti degli ultimi due piloti morti nello scontro fra i due Tornado dell'Aeronautica avvenuto nei cieli di Ascoli il 19 agosto. Si tratta del capitano navigatore Paolo Piero Franzese e di Mariangela Valentini, l'unica donna del gruppo dei quattro piloti militari. Ancora da trovare la seconda scatola nera.
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Il corpo del capitano pilota Valentini è stato individuato nella notte di venerdì: sabato mattina la conferma dell'Aeronautica militare.
Nel pomeriggio di venerdì erano stati recuperati i resti del capitano navigatore Paolo Piero Franzese, che faceva parte dello stesso equipaggio di Mariangela Valentini.
Il capitano pilota Alessandro Dotto e il capitano navigatore Giuseppe Palminteri formavano invece l'equipaggio dell'altro velivolo e per questo sono stati trovati nella stessa area, a 800 metri di distanza l'uno dall'altro.
Si cerca la seconda scatola nera - Mentre una prima scatola nera è stata trovata giovedì tra Tronzano e Casamurana, non c'è al momento nessuna traccia della seconda ritenuta indispensabile (assieme a testimonianze, rottami, tracciati radar e dialoghi radio) per capire che cosa sia successo. Al momento le ipotesi più probabili appaiono quelle di un errore umano o un'avaria.
La Procura di Ascoli Piceno intanto ha inviato i carabinieri alla base militare di Ghedi (Brescia) per acquisire la testimonianza del colonnello Andrea Di Pietro, il comandante del Sesto stormo dell'Aeronautica militare, di cui facevano parte i quattro piloti morti. I militari hanno anche sequestrato i piani di volo e tutti i documenti sui due aerei, compresi i libretti di manutenzione.
Aeronautica: "Tornado non dovevano essere nella zona dello scontro contemporaneamente" - Tra i molti punti da chiarire, l'unica cosa certa sembra essere che i due velivoli, impegnati in missioni diverse, con compiti diversi, non dovevano essere nella zona dello scontro "contemporaneamente - spiegano fonti dell'Aeronautica - alla stessa quota e allo stesso orario".