In collegamento a "Prima di Domani" il 25enne di Spoleto: "Voglio sapere qual è la verità"
"Ancora sto cercando i voli ma probabilmente entro fine settimana rientrerò in Italia", così Matteo Falcinelli, il 25enne originario di Spoleto legato e malmenato dalla polizia di Miami dopo l'arresto fuori da un locale. In collegamento a "Prima di Domani" su Rete 4 insieme alla madre Vlasta Studenicova, Falcinelli ha raccontato il "momento difficile" che sta attraversando ma non esclude un ritorno negli Stati Uniti per completare gli studi. "Ho iniziato un percorso grazie ai sacrifici di mia madre e di mio fratello e sicuramente voglio portarlo a termine", ha aggiunto il ragazzo umbro che ha poi ringraziato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ospite in studio.
Il ringraziamento alle istituzioni - "Voglio sapere qual è la verità, ringrazio il ministro Tajani, il console di Miami, Amnesty International e tutte le istituzioni. Confido che riusciremo a trovare una risposta, per il momento coi legali cerchiamo giustizia", le parole di Matteo Falcinelli. E confida: "Rivedendo le immagini mi viene sempre in mente quella notte, il terrore, la paura e il dolore fisico che non si può descrivere solamente dalle immagini. Ho vissuto un'esperienza che forse mi segnerà per tutta la vita. In quella cella ho avuto paura di morire e anche se non sono morto fisicamente, si è spento qualcosa e non so se riuscirò a tornare la stessa persona di prima".
Le parole di Tajani - Dallo studio il Esteri Antonio Tajani che ha espresso ancora una volta solidarietà e ha ricordato l'intervento sollecitato verso l'ambasciatore Usa a Roma. "Due giorni dopo la nostra protesta il governo federale ha confermato che c'era un'indagine in corso e che comprendeva bene il malcontento italiano. Ho ricevuto alla Farnesina gli avvocati italiani che seguono il caso e ho messo a disposizione tutta la documentazione", ha detto Tajani che ha poi ringraziato la madre di Falcinelli per aver sempre distinto nelle sue dichiarazioni pubbliche il governo degli Stati Uniti dai poliziotti violenti di Miami che si sono resi protagonisti del pestaggio del figlio.