UN'INSEGNANTE DI 40 ANNI

Aiutò Messina Denaro durante la latitanza, in carcere un'amica del boss

Una 40enne è accusata di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena. Decine di foto la ritraggono in compagnia del capomafia. Decisive le lettere di gelosia dell'altra amante, la maestra Laura Bonafede

14 Apr 2025 - 18:36
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La Dda di Palermo, nell'ambito delle indagini sulla latitanza di Matteo Messina Denaro, ha chiesto e ottenuto l'arresto di una insegnante, Floriana Calcagno, 40 anni, che ha avuto una relazione con il latitante fino alla sua cattura ed è ora accusata di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena. Agli atti dell'inchiesta sono finite decine di foto, estrapolate dai sistemi di videosorveglianza, che la ritraggono in compagnia del capomafia e che riprendono Messina Denaro circolare per strada tranquillamente in auto. Il boss, in alcuni scatti, indossa un cappello a tesa larga e un foulard rosso. 

Ruolo attivo nella fase finale della latitanza

 Le indagini, finalizzate a ricostruire la rete di fiancheggiatori che ha sostenuto l'allora latitante Messina Denaro Matteo hanno svelato il ruolo attivo svolto dall'indagata nelle fasi terminali della latitanza di Messina Denaro Matteo. Le indagini sono corroborate dall'analisi di tabulati telefonici e traffici di celle, dalla visione di immagini di videosorveglianza e dallo sviluppo delle fonti dichiarative.

Sostegno logistico e supporto materiale

 L'ipotesi è che la donna, Calcagno Floriana, abbia fornito all'allora latitante sostegno logistico, aiuto e supporto morale e materiale nel territorio di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Tre Fontane e in altre località della provincia di Trapani, con l'obiettivo di soddisfarne anche le primarie esigenze personali, assicurandogli (attraverso un sistema di staffetta e scorta con la propria autovettura) la possibilità di spostarsi in modo riservato sul territorio e di non essere catturato dalle forze dell'ordine.

Chi è la donna arrestata

 Floriana Calcagno è un'insegnante ed è la nipote del capomafia Francesco Luppino. Il marito, Paolo De Santo, è finito in prigione per il favoreggiamento di un altro mafioso: Calogero John Luppino. Calcagno si presentò in Procura spontaneamente il 21 gennaio del 2023, a soli 5 giorni dall'arresto di Messina Denaro. Al procuratore aggiunto Paolo Guido, che aveva coordinato l'indagine che ha portato alla cattura del capomafia, raccontò di aver scoperto solo allora chi fosse l'uomo che per mesi aveva frequentato e con cui aveva avuto una relazione, sostenendo che a lei si era presentato col nome di Francesco Salsi e che le aveva detto di essere un anestesista in pensione.

Il racconto della donna ai pm

 I due, sempre nel racconto di Calcagno, si sarebbero conosciuti nel 2022 in un supermercato a Campobello di Mazara. La donna, allora non indagata, raccontò che, dopo averlo rivisto in un paio di occasioni, sempre al supermercato e vicino alla scuola in cui lavorava, aveva iniziato una relazione con Messina Denaro che le aveva rivelato di essere malato di tumore e di stare affrontando la chemioterapia. Ai pm la Calcagno disse che in quel periodo viveva una crisi personale e coniugale, di essere andata una sola volta, nell'autunno del 2022, a casa dell'amante e di averlo poi sentito solo tramite messaggi e telefonate. Ma il ruolo della donna negli ultimi due anni di latitanza del boss sarebbe stato ben altro. 

Decisive le lettere di Laura Bonafede

 Per ricostruire il ruolo avuto da Floriana Calcagno sono stati fondamentali, oltre agli appunti trovati nel covo del capomafia, gli scritti indirizzati al boss da un'altra sua amante, la maestra Laura Bonafede, già condannata per associazione mafiosa. Nelle lettere per il ricercato la Bonafede indicava Calcagno con una serie di soprannomi, come "Handicap, Acchina o Sbrighisi". Incrociandoli con altri elementi, come le immagini registrate da diverse videocamere che hanno immortalato episodi raccontati dalla Bonafede e relativi alla donna, gli inquirenti hanno capito chi si celasse dietro gli pesudonimi.

La gelosia della Bonafede verso Calcagno

 Dal manoscritto trovato nel covo del ricercato emerge tutta la gelosia della Bonafede verso Calcagno. "Dici che Acchina ti aiuta come può. Ma cosa può fare per te?", scriveva. "La frase di alto significato indiziante, faceva chiaramente intendere che il latitante in precedenza aveva confidato alla Bonafede - secondo quanto scrivono i pm - il ruolo svolto dalla Calcagno nel suo sistema di protezione, ruolo che consisteva nell'offrire ed adoperarsi su 'cose fatte per lui'".

"Le bastonate gliele darei eccome"

 Nello scritto la maestra mostrava anche di non credere a quello che le aveva detto il latitante e cioè che la relazione con la Calcagno risalisse ad aprile 2022. "E poi ci sono date che non mi quadrano. Tu mi parli di aprile 2022" diceva. Bonafede sospettava che la storia tra i due fosse precedente. "E poi se ben ricordi ti disse che voleva parlarti già nell'agosto 2017, o l'hai dimenticato?", scriveva. Sempre sfogando la sua gelosia verso l'altra, Bonafede commentava: "Per ora se penso a Sbrighisi che passava con quella faccia compiaciuta, dopo essere stata con te, le bastonate gliele darei eccome".

Le borse regalate

 Infine in uno scritto del 30 dicembre 2022, Bonafede raccontava al capomafia di aver visto uscire dalla "zona chiave", il covo di Campobello di Mazara, proprio Calcagno. "Stavolta mi è cambiato l'umore, quella scena mi ha cambiato la giornata. Alle 11.40 circa ho visto Handicap che usciva dalla zona chiave, dritta come un palo e con una Louis Vitton sicuramente regalata da te. Regali borse  come un distintivo? Fuck", sbottava. 

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